Domenica 6 luglio 2025 Massone di Arco si è risvegliata con il rombo inconfondibile dei motori d’epoca grazie al Raduno Internazionale Capriolo, giunto alla sua 26ª edizione. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati del mitico motociclo progettato nel dopoguerra dalla storica azienda aeronautica Caproni.
Già dalle prime luci dell’alba un’aria speciale si respirava attorno al piazzale del ritrovo. Vecchi amici, volti storici e nuove generazioni si sono dati appuntamento per condividere passione e aneddoti davanti alle loro moto, vere opere d’ingegneria su due ruote. C’erano anche ospiti d’eccezione, come i fratelli Massimo e Vittoria Caproni, eredi della celebre famiglia di industriali trentini.
Dopo i saluti e gli ultimi controlli alle moto, il gruppo è partito alla volta della Braila, attraversando il suggestivo Bosco Caproni con splendide vedute su Arco e il suo castello. La carovana, composta da vari modelli Sport, Turismo Veloce e 100-Bondone, ha proseguito compatta verso la Valle dei Laghi. Qui non sono mancate piccole avarie – una candela da pulire, un bullone da stringere – affrontate con spirito di solidarietà tra generazioni: Alessandro, 19 anni, aiutava Alberto, classe 1934, e viceversa.
Dopo una sosta a Terlago e il passaggio tra le vie di Sopramonte e Candriai, il raduno ha raggiunto Trento, dove i partecipanti hanno pranzato nel ristorante di Paolo Strenghetto. Figlio del leggendario pilota Jolao Strenghetto, campione che ha fatto la storia in sella a un Capriolo, Paolo ha accolto i radunisti allestendo una mostra celebrativa con cimeli originali delle epoche d’oro di Aero Caproni e Aeromere.
Durante il pranzo è stato consegnato un riconoscimento speciale a Sergio Airoldi, che con il suo Sport 75 porta alto il nome del Registro Storico Capriolo in raduni e competizioni dedicate alle moto d’epoca in tutta Italia.
Ma oltre alla cronaca, c’è il cuore pulsante di questa manifestazione: l’amore per un mezzo che rappresenta un pezzo di storia d’Italia. Come ricorda Bruno Barini del Registro Storico: «Il Capriolo è una piccola moto, ma ha un peso storico enorme. Porta il simbolo di una famiglia che ha creato la prima grande industria aeronautica al mondo. Dopo la guerra, dalla costruzione di aerei si è passati a queste motociclette tecnologiche e coraggiose. Guidarle è un’arte: vanno ascoltate, interpretate e tenute a bada, perché sembrano nate per sfidare sempre la salita, anche a costo di soffrire. Ma non mollano mai!»
Il Raduno Capriolo si conferma così non solo una celebrazione motoristica, ma anche un viaggio nella memoria industriale e culturale del Trentino, tra passione, paesaggio e motori che non smettono di emozionare.