Articolo pubblicato il: 08/12/2025 alle 18:30
La Busa - Ciclovia, Calzà (PD) incalza la Provincia: “Serve sicurezza e un progetto sostenibile”
Posted By Redazione
Categoria: Ambiente, Amministrativa, Notizie, Politica, Turismo

 

La Ciclovia del Garda, nel tratto trentino, rimane al centro del dibattito politico. E con essa la questione – altrettanto delicata – del futuro collegamento con la Tagliata del Ponale, uno dei luoghi più iconici dell’Alto Garda. A riaccendere i riflettori è la consigliera provinciale del Partito Democratico, Michela Calzà, già vicesindaca di Dro, che ha presentato una nuova interrogazione alla Giunta provinciale per fare chiarezza su tempi, costi, criticità e prospettive di un’opera tanto attesa quanto complessa.

Una ciclovia in un territorio fragile: frane, varianti e lavori sospesi
«La Ciclovia del Garda è un’opera complessa in un versante fragile», ha scritto Calzà in una nota pubblica, ricordando come gli ultimi anni siano stati segnati da instabilità geologiche e continue modifiche progettuali. Cinque varianti in pochi anni, la frana del 2021, gli ulteriori dissesti che si sono registrati nel 2023 e la sospensione dei lavori nel 2025 per nuove criticità dell’ammasso roccioso: una sequenza che, secondo la consigliera dem, dimostra che il territorio “non regge l’attuale progetto”. Da qui la richiesta di verifiche approfondite nelle aree critiche identificate come UF2 e UF3, punti sensibili del tracciato.

 

 

Responsabilità ancora senza una casa
Un nodo ancora irrisolto riguarda la gestione futura dell’opera. Il Comune di Riva del Garda ha ribadito il suo no a ogni responsabilità operativa: la manutenzione, sostiene l’amministrazione rivana, dev’essere in capo alla Provincia, posizione condivisa da altri amministratori del territorio.
Secondo Calzà, questa incertezza non può protrarsi: un’infrastruttura che si sviluppa in uno dei contesti paesaggistici e geologici più delicati del Trentino richiede una filiera decisionale chiara e una definizione precisa delle competenze, soprattutto in caso di chiusure, interventi urgenti o eventi imprevisti.

“Prima la sicurezza”: il nodo tecnico e l’ipotesi alternativa
La consigliera dem insiste sulla necessità di un approccio prudente e documentato: «In un ambiente così delicato servono scelte responsabili e valutazioni tecniche solide».
Non solo: Calzà invita la Provincia a non ignorare soluzioni alternative, come un collegamento via acqua con battelli elettrici, già adottato con successo nel tratto bresciano del Garda. Un’ipotesi che negli ultimi anni è tornata più volte nel dibattito pubblico, vista come possibile modalità complementare o sostitutiva nei punti più critici del tracciato.

Le domande alla Giunta: tempi, costi, varianti e “non delocalizzabilità”
Nell’interrogazione, Calzà chiede alla Giunta chiarimenti su una serie di questioni operative e politiche:
– lo stato aggiornato delle indagini geologiche e la pianificazione degli interventi;
– i tempi e i costi rivisti alla luce delle varianti e dei dissesti;
– le motivazioni per cui alcune lavorazioni sarebbero state avviate prima dell’approvazione delle varianti stesse;
– spiegazioni sul criterio della “non delocalizzabilità” adottato per il tracciato;
– la definizione delle responsabilità in caso di nuove chiusure o ulteriori instabilità.
Un pacchetto di domande che mira a portare trasparenza su un’opera strategica per la mobilità dolce e per l’attrattività turistica del Garda trentino, ma che finora ha incrociato difficoltà e ritardi.

“Un’opportunità, non un rischio”: il confronto con il territorio
Alla base dell’intervento di Calzà c’è una visione chiara: la Ciclovia dev’essere «un’opportunità, non un rischio». Significa – per la consigliera – garantire sicurezza, rispetto del paesaggio gardesano e un vero coinvolgimento dei territori, troppo spesso messi davanti a progetti cambiati in corsa o non accompagnati da analisi aggiornate.
Nel dibattito aperto – e spesso divisivo – su questa grande opera, l’intervento della consigliera PD riporta al centro la necessità di conciliare ambizioni turistiche, tutela ambientale e sostenibilità tecnica. Un equilibrio che diventerà decisivo nei prossimi mesi, quando la Giunta sarà chiamata a rispondere alle domande e a delineare la direzione futura della Ciclovia e del collegamento con la Tagliata del Ponale.
Per l’Alto Garda e Ledro, è una sfida che non riguarda solo la mobilità o il turismo, ma la sicurezza di un territorio fragile e la sua capacità di immaginare infrastrutture in armonia con il paesaggio che le ospita. (n.f.)

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Data e ora di stampa: 08/12/2025 20:35
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