Un settore strategico, una forza lavoro che da anni regge sulle proprie spalle la filiera produttiva della carta, e una trattativa contrattuale che si trascina senza sbocchi. È in questo quadro che UGL, insieme a CGIL e UIL, ha proclamato per martedì 17 dicembre uno sciopero nazionale di quattro ore, con presidio anche davanti allo stabilimento Fedrigoni di Arco a partire dalle 9 del mattino. Una mobilitazione che non nasce per protesta rituale, ma come risposta – dicono i sindacati – a una situazione divenuta insostenibile.

«Non è più un gesto simbolico: è un atto necessario»
L’UGL del Trentino usa parole nette: «La proclamazione dello sciopero non è un gesto simbolico, ma un atto di dignità e responsabilità collettiva».
Al centro della vertenza c’è il mancato rinnovo del Contratto collettivo nazionale cartai-cartotecnici, fermo da oltre dodici mesi, e una distanza “troppo ampia” fra le richieste dei sindacati e le offerte delle associazioni datoriali.
Le organizzazioni dei lavoratori chiedono 311 euro di aumento, cifra calcolata per recuperare l’inflazione perduta fra il 2022 e il 2024. Le imprese ne propongono 190 lordi. «Uno scarto inaccettabile», spiegano i sindacati, «che non riflette né il reale aumento del costo della vita né l’impegno quotidiano dei lavoratori».

Un territorio dove la crisi pesa ancora di più
Se il problema è nazionale, nel Trentino – e in particolare nell’Alto Garda, da Riva al Basso Sarca, passando per Rovereto – l’impatto è ancora più pesante.
L’UGL elenca numeri e condizioni che fotografano una pressione economica “difficile da sostenere”:
– inflazione ai massimi storici, superiore alla media nazionale;
– affitti e case fuori controllo, spesso inaccessibili a chi vive di uno stipendio operaio;
– servizi sempre più costosi;
– salari reali in calo costante da quasi vent’anni.
Il racconto dei sindacati è chiaro: «Fino a pochi anni fa lavorare in cartiera garantiva una vita dignitosa. Oggi stipendi bloccati e costi in aumento hanno reso il comparto meno attrattivo, causando una fuga di manodopera qualificata e un calo dell’interesse da parte dei giovani».

Un settore strategico che rischia il declino strutturale
Le cartiere del territorio – Fedrigoni Arco, Fedrigoni Varone, Self Adhesive (Arconvert), Cartiere del Garda, Sappi Condino, Cartiera Valli, Paier, e altre realtà del comparto – rappresentano un bacino di circa 1.500 lavoratori solo in Trentino. Operai e tecnici che svolgono mansioni fisicamente impegnative, spesso usuranti, con turni pesanti e responsabilità delicate.
Eppure, denunciano i sindacati, la competitività del settore è a rischio:
– le aziende faticano a trovare operai specializzati;
– i giovani non scelgono più il settore cartario;
– la qualità e la produttività rischiano un progressivo deterioramento.
Per questo l’UGL rivolge un appello diretto ad Assocarta, Confindustria e Assografici: «Senza interventi concreti per rendere il comparto attrattivo, le imprese non troveranno più manodopera qualificata. È una situazione che può portare al declino strutturale dell’intero settore».

«La dignità del lavoro non si negozia»
L’UGL, insieme a UIL e CGIL, sintetizza le proprie richieste in quattro punti chiave:
– rimettere al centro la dignità del lavoro;
– garantire stipendi adeguati al costo reale della vita;
– rendere il settore attrattivo per le nuove generazioni;
– valorizzare competenze e professionalità di chi lavora ogni giorno in cartiera.
Il messaggio è forte: la busta paga «deve aumentare con soldi veri, non con straordinari o premi una tantum».

Verso una mobilitazione “massiccia”
Il presidio previsto ad Arco per il 17 dicembre si preannuncia molto partecipato.
«I lavoratori e le lavoratrici sono chiamati a una presenza massiccia», ribadiscono le organizzazioni sindacali. «Non è uno sciopero contro qualcuno, ma a favore di tutti: della dignità dei lavoratori, della competitività delle aziende, del futuro del comparto cartario».
Una vertenza che, dopo mesi di stallo, sembra arrivata a un punto decisivo. E che chiama in causa non solo i lavoratori, ma l’intero territorio. (n.f.)