
Si apre un nuovo capitolo nella complessa vicenda della Variante generale n. 16 al Piano regolatore del Comune di Dro. Un capitolo che rimette al centro la legittimità dell’iter amministrativo e il ruolo del Consiglio comunale, dopo mesi segnati da tensioni istituzionali, dubbi interpretativi e richieste di chiarimento. A riportare il caso al centro del dibattito è Alvaro Tavernini, consigliere comunale eletto nella lista civica Comunità e Ambiente, vicepresidente del Consiglio comunale, capogruppo e componente di tre commissioni chiave: la Commissione Urbanistica Territorio Ambiente e Viabilità (C.U.T.A.), la Commissione Statuto e Regolamenti e la Commissione elettorale comunale. È lui, in queste ore, a diffondere un comunicato che cambia lo scenario amministrativo: la Provincia di Trento ha confermato che non esiste alcuna proroga del commissariamento dopo il rinnovo del Consiglio comunale avvenuto il 4 maggio 2025.
La nomina del Commissario e il cambio di scenario dopo le elezioni
Il Commissario ad acta, l’architetto Aldo Marzoli, era stato nominato dalla Giunta provinciale con deliberazione n. 1273 del 12 agosto 2024, in seguito alla dichiarata incompatibilità della maggioranza dei consiglieri allora in carica. Una nomina che aveva permesso di portare avanti l’iter tecnico-amministrativo della Variante 16, allora bloccata.
Ma con le elezioni del 4 maggio 2025, la situazione è cambiata radicalmente: un nuovo Consiglio è entrato in carica, e – come ricordano normativa e giurisprudenza – la competenza ritorna automaticamente all’organo elettivo, salvo un’esplicita proroga del Commissario da parte della Provincia.
Proroga che, secondo quanto certificato dagli uffici provinciali, non è mai stata disposta.
La nota della Provincia: nessun rinnovo, nessuna proroga
La comunicazione ufficiale, protocollata dalla Provincia con numero D341/2025/6.3-2025-3383/NS, è netta: non esiste alcun atto che autorizzi il Commissario ad acta a procedere all’adozione della Variante dopo il 4 maggio. Di conseguenza – sottolinea Tavernini – tutti gli atti compiuti dal Commissario successivamente a quella data sono privi di legittimità, configurando «una situazione di eccesso di potere e violazione di competenza».
Tra questi rientra la delibera di seconda adozione della Variante 16, che l’Amministrazione comunale sarebbe ora tenuta ad annullare in autotutela.
Convocazione “informale” del Consiglio: un ulteriore segnale di criticità
Il nodo politico-istituzionale è emerso con forza anche nella Conferenza dei Capigruppo del 17 novembre. In quella sede, la Presidente del Consiglio ha annunciato l’intenzione di convocare per il 24 novembre una riunione informale del Consiglio comunale, in cui i progettisti presenteranno la Variante ai neo eletti.
Una scelta definita da Tavernini «non prevista dalla normativa vigente» e che, anzi, metterebbe in luce le difficoltà derivate dall’assenza di legittimazione del Commissario e dalla necessità di riavviare correttamente l’intero iter, come richiesto dalla legge.
Il ruolo del Consiglio e i passaggi ancora da compiere
Secondo il consigliere comunale, ora tocca all’Amministrazione riportare la procedura su binari pienamente legittimi. Due, in particolare, i passaggi ritenuti indispensabili:
Mettere a disposizione dei consiglieri il parere della Conferenza dei Servizi della Provincia, che contiene rilievi e prescrizioni significativi formulati sulla prima adozione della Variante.
Coinvolgere la Commissione Urbanistica, chiamata a valutare tecnicamente il progetto alla luce del suddetto parere.
Solo dopo questi approfondimenti – sostiene Tavernini – il nuovo Consiglio comunale potrà verificare l’eventuale sussistenza di situazioni di incompatibilità e procedere con una valutazione serena e conforme alle norme.
Una vicenda destinata a proseguire
La Variante 16, che incide sul futuro urbanistico del territorio di Dro, continua dunque a essere al centro del dibattito politico e amministrativo.
La posizione della Provincia sembra fissare un punto fermo, ma la strada per riportare il procedimento in un quadro di piena legittimità appare ancora lunga e complessa.
Nel frattempo, resta attesa la riunione del 24 novembre, che pur non avendo valore formale potrebbe rappresentare il primo passo verso una ricostruzione condivisa del percorso che porterà – quando i tempi saranno maturi – alla nuova adozione della Variante.
(n.f.)