Articolo pubblicato il: 14/09/2025 alle 17:00
La Busa - Arco, legna da ardere agli over 70 e più cara: Interrogazione delle minoranze
Posted By Redazione
Categoria: Amministrativa, Attualità, Economia, Notizie

 

Un tema che potrebbe sembrare “di altri tempi”, ma che in realtà tocca da vicino la vita quotidiana di molte famiglie arcensi, approda in Consiglio comunale con toni accesi e interrogativi pesanti. Al centro del dibattito: le modifiche introdotte dalla Giunta guidata dalla sindaca Arianna Fiorio sulla fornitura di legna da ardere ad uso civico, un bene che per decenni ha rappresentato non solo una tradizione radicata nel territorio, ma anche un concreto sostegno sociale.

I consiglieri Nicola Cattoi (Campobase) e Gabriele Andreasi e Dario Ioppi (Partito Democratico) hanno depositato un’interrogazione che mette in luce le criticità di un sistema che, a loro giudizio, rischia di snaturarsi.

 

 

Le novità introdotte dalla Giunta

Con due delibere approvate quest’estate (n. 105 dell’8 luglio e n. 116 del 5 agosto 2025), l’amministrazione ha ridefinito i criteri di accesso e i corrispettivi per la fornitura di legna. Le tre modifiche principali sono:

Aumento dell’età minima per la categoria “anziani” da 60 a 70 anni: una scelta che esclude una fascia di popolazione ancora numerosa e potenzialmente fragile, sia economicamente che fisicamente.

Incremento del prezzo al quintale del +35,7% in un solo anno, portando il costo da 14 €/q del 2024 a 19 €/q nel 2025.

Quota fissa obbligatoria di 30 quintali per prenotazione, al posto della precedente flessibilità che consentiva di scegliere tra 10 e 40 quintali (in multipli di 10).

Prezzi, numeri e paragoni col mercato

Il documento presentato dalle minoranze riporta anche un confronto con il mercato nazionale. Secondo i dati AIEL di gennaio 2025, il prezzo medio della legna da ardere oscilla tra 21 e 23 €/q: il costo applicato dal Comune di Arco, a 19 €/q, è solo di poco inferiore, nonostante si tratti di legna da uso civico, che storicamente avrebbe dovuto avere un valore calmierato.

La differenza rispetto al passato è significativa: nel 2024 una famiglia poteva acquistare 30 quintali di legna a 420 euro, oggi la stessa quantità costa 570 euro, 150 euro in più in un solo anno. Un aumento che, secondo i consiglieri firmatari, rischia di gravare soprattutto sulle famiglie più fragili.

La questione sociale: esclusi gli over 60

Non meno importante è l’aspetto sociale. Portare l’età minima da 60 a 70 anni significa tagliare fuori molti cittadini che, pur non avendo ancora compiuto i 70 anni, vivono condizioni di difficoltà economica o fisica. “È una barriera che colpisce duramente uomini e donne ultrasessantenni – si legge nell’interrogazione – persone che, dopo una vita di lavoro e contributo alla comunità, si trovano oggi a dover scegliere tra riscaldare la propria casa o risparmiare su altre necessità essenziali”.

In questo senso, la legna da ardere non viene più percepita come “diritto civico”, ma come una merce da acquistare alle logiche di mercato.

La prospettiva ambientale e strategica

Il documento dei consiglieri non si limita alle cifre. Lancia infatti una riflessione più ampia: il bosco come “carburante di comunità” e risorsa strategica per l’autosufficienza energetica. In un’epoca di transizione ecologica, i firmatari ricordano come l’uso della legna, se gestito con equilibrio, possa rappresentare un’alternativa sostenibile alle fonti fossili, senza compromettere la salute del patrimonio forestale.

Richiamano inoltre il lavoro della precedente amministrazione con il dottor forestale Stefano Bolognani, che aveva elaborato un nuovo Piano Forestale, oggi rimesso in discussione dalle recenti scelte della Giunta Fiorio.

Sicurezza e prevenzione

Altro punto sollevato riguarda la sicurezza di chi raccoglie la legna autonomamente. Gli infortuni boschivi, specie tra gli anziani, sono frequenti e spesso gravi. Per questo i consiglieri propongono che l’amministrazione, oltre a rivedere tariffe e criteri, promuova progetti di formazione e sicurezza boschiva, anche in collaborazione con associazioni locali e realtà forestali.

“Un euro investito in prevenzione – scrivono – si trasforma in decine di euro risparmiati in spese sanitarie e sociali, senza contare le sofferenze evitate”.

Le domande alla Sindaca

L’interrogazione chiede alla sindaca e alla Giunta di chiarire:

Perché si è alzata l’età minima da 60 a 70 anni per la categoria “anziani”.

Perché si è imposto l’obbligo della quota unica di 30 quintali.

Se sia stata fatta un’analisi dell’impatto sociale delle modifiche.

Perché non è stato mantenuto un prezzo calmierato, più distante dalla media di mercato.

Se l’amministrazione intenda valorizzare il Piano Forestale approvato nella legislatura precedente.

Se intende promuovere la legna da ardere come fonte di energia sostenibile e accessibile.

Se sia disponibile a introdurre progetti di formazione e sicurezza per chi si approvvigiona autonomamente.

In attesa del Consiglio comunale

La richiesta è che l’interrogazione venga discussa nel prossimo Consiglio comunale, con risposta scritta della sindaca. I firmatari non escludono di trasformare il documento in una mozione politica, portando così il tema al voto dell’aula. (n.f.)

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