“È una questione di rispetto, per i vivi e per i morti.” Così si chiude il lungo e accorato post pubblicato il primo giugno da Stefania Bresciani, originaria di Arco, oggi consigliera comunale a Rovereto per il Partito Democratico del Trentino, vicepresidente del Consiglio comunale, e membro attivo di tre commissioni consiliari permanenti: politiche sociali e pari opportunità, urbanistica e territorio, statuto e regolamenti.
Ma non si tratta di un intervento (anche politico) qualunque. È la voce sincera e ferita di una figlia che, appena possibile. si reca al cimitero per salutare i genitori scomparsi — il padre nove anni fa, la madre solo un anno fa — e che lì, nel silenzio che dovrebbe accoglierla, trova invece il frastuono e il disordine di una situazione che ha dell’incredibile.
“Molte persone che mi conoscono sanno quanto ero legata ai miei genitori… Visitare il cimitero dovrebbe rappresentare un momento di raccoglimento, di memoria, di cura verso i nostri defunti.
Purtroppo, al cimitero di Arco — e in particolare presso il parcheggio piccolo adiacente — questa esperienza viene spesso disturbata da una situazione spiacevole e, per certi versi, imbarazzante.”
Il parcheggio di cui parla la consigliera — quello accanto all’ingresso principale del cimitero — è da tempo occupato da camper e veicoli omologati per la sosta prolungata. Fin qui, potrebbe sembrare un problema di gestione urbana. Ma le immagini descritte da Bresciani raccontano ben altro:
“Chi si reca al cimitero per un momento di silenzio e riflessione si trova spesso a cercare parcheggio tra camper e veicoli… occupati da persone che, in pieno giorno, fanno colazione, pranzo o cena, oppure svolgono le loro pratiche igieniche, come se si trovassero in un’area di sosta. Alcuni si stanno appena svegliando, altri sono seduti al tavolo, intenti a lavarsi o a preparare da mangiare.”
Una quotidianità che stride profondamente con la natura del luogo, generando disagio, imbarazzo e un forte senso di violazione per chi cerca solo di onorare i propri cari. E la Bresciani non parla da osservatrice esterna: “Io stessa mi reco al cimitero ogni giorno, e vivo direttamente questo disagio.”
A rendere ancora più paradossale la vicenda è il fatto che lo scorso novembre la giunta comunale di Arco aveva approvato una delibera per regolamentare proprio questo problema: l’accesso al parcheggio per i camper nei pressi del cimitero (leggi). Una decisione mai attuata, perché i cartelli di divieto non sono mai stati installati. Un provvedimento che esiste solo sulla carta, mentre nella realtà i camper continuano a stazionare liberamente, spesso per ore o intere giornate.
“Chi arriva non riesce nemmeno a trovare parcheggio, oppure è costretto a lasciar l’auto nel parcheggio grande, molto più distante e difficilmente accessibile, soprattutto per le persone anziane o con difficoltà motorie.”
Lo sfogo ha trovato ampio sostegno sui social, dove molti cittadini hanno condiviso lo stesso sentimento di frustrazione. Ma questa volta, la denuncia non può essere ignorata: a parlare è una rappresentante istituzionale, che chiede formalmente un cambio di passo.
“Chiedo quindi alle autorità competenti di intervenire con un controllo più attento della situazione e con misure che restituiscano dignità al luogo:
– regolando la sosta prolungata dei camper;
– installando eventuali divieti o limitazioni temporali;
– rendendo più accessibile il parcheggio piccolo a chi effettivamente si reca al cimitero.”
Una presa di posizione netta, che ha il merito di riaprire una questione troppo a lungo sottovalutata. Ora la responsabilità passa alla nuova giunta guidata da Arianna Fiorio, recentemente eletta alla guida del Comune di Arco. Sarà loro il compito — e l’onere — di trasformare parole e delibere in fatti concreti, restituendo decoro a un luogo che rappresenta un pilastro emotivo e culturale della comunità.
Perché, come ricorda la consigliera Bresciani, non si tratta solo di ordine pubblico o viabilità. Si tratta di umanità, cura e rispetto: quei valori che dovrebbero essere sempre garantiti, soprattutto dove riposano i nostri morti.