A poco più di un anno dalla sua tanto attesa riapertura, il Circolo Ricreativo di San Giorgio ad Arco ha chiuso nuovamente i battenti. Lucchetti ai cancelli, attività sospese e uno spazio che torna al silenzio dopo essere stato presentato, solo nella primavera 2024, come un simbolo di rinascita comunitaria. Una chiusura che brucia, soprattutto per i residenti della frazione, che in quell’esperienza avevano intravisto una nuova possibilità di socialità e partecipazione.
Un progetto ambizioso partito con entusiasmo
L’avvio del progetto di co-gestione del Circolo San Giorgio, promosso dalla giunta Betta nell’aprile 2024, sembrava una promessa concreta di rilancio. Il Circolo era stato definito ufficialmente “bene comune” della città, affidato a una rete di realtà associative e cooperative del territorio: Coop Arcobaleno, Komplett, Proveder, Virtus Basket Alto Garda e Rugby Alto Garda, con quest’ultime impegnate anche nella gestione degli spazi sportivi adiacenti.
Nel corso di un incontro pubblico tenutosi il 16 aprile 2024, alla presenza del sindaco Alessandro Betta, dell’assessora al bilancio Francesca Modena e del presidente del comitato di partecipazione Valentino Lentino, erano state poste le basi per un modello gestionale partecipato, graduale, che avrebbe dovuto riportare attività, servizi e vita nel quartiere. Il bar sarebbe arrivato solo in una seconda fase, a condizione che il centro avesse prima costruito una base solida e frequentata.
Un’estate promettente, poi il declino silenzioso
Nell’estate 2024, il Circolo ha effettivamente ospitato il centro estivo Komplett, operativo sette giorni su sette per bambini dai 3 agli 11 anni. Una proposta concreta, rivolta alle famiglie della zona, realizzata grazie alla sinergia tra diverse associazioni. Ma dopo quell’inizio incoraggiante, qualcosa ha iniziato a incrinarsi.
Secondo quanto emerso in un recente incontro pubblico promosso dall’amministrazione comunale Fiorio nella frazione di San Giorgio, il progetto non ha prodotto i frutti sperati. Le attività si sono diradate, le collaborazioni si sono affievolite, fino a giungere al punto di chiudere lo spazio, sigillato con un lucchetto.
“Nessuno aveva avuto il coraggio di dirlo prima”, si legge in un articolo della stampa locale, ma è proprio durante quell’incontro che il caso è esploso: il Circolo è di nuovo chiuso, e con esso si spengono, almeno per ora, le ambizioni di rigenerazione sociale e culturale che avevano animato la sua riapertura.
Delusione e voglia di ripartire
Durante il recente confronto tra cittadini e amministrazione Fiorio, davvero molto partecipato, la chiusura del Circolo è stata indicata come una delle criticità più sentite nella frazione. L’assenza di un luogo di aggregazione rappresenta un vuoto profondo, soprattutto per i più giovani. Il Circolo era stato pensato come cuore pulsante del quartiere, capace di ospitare eventi, laboratori, attività sportive e sociali.
Il comitato di partecipazione (in scadenza) e molti residenti chiedono ora con forza un nuovo percorso che consenta di riaprire lo spazio, restituendolo alla comunità. La delusione per la chiusura si intreccia con il desiderio di trovare una soluzione più solida e sostenibile.
Le incognite del futuro
Restano sul tavolo molti interrogativi: cosa non ha funzionato nella co-gestione? Le risorse erano sufficienti? Le associazioni coinvolte erano state messe nelle condizioni ideali per operare? L’amministrazione attuale dovrà fare i conti con queste domande, ripensando un modello gestionale che sia davvero duraturo.
Nel frattempo, la comunità di San Giorgio chiede ascolto e azione. Il Circolo ricreativo non è solo un edificio, ma un simbolo di identità, memoria e possibilità. Riaprirlo — con modalità nuove, partecipate e realistiche — potrebbe essere la chiave per restituire centralità a una frazione che, come emerso anche da altre tematiche affrontate nell’incontro (viabilità, sicurezza idrogeologica, edilizia residenziale), sente il bisogno di essere nuovamente protagonista del proprio futuro.
(n.f.)