Articolo pubblicato il: 12/10/2025 alle 19:30
La Busa - Alto Garda, nuovo Piano sociale per il futuro: emergenze, casa, scuola e lavoro
Posted By Redazione
Categoria: Amministrativa, Attualità, Notizie, Solidarietà

 

Una nuova stagione del sociale pare aprirsi per l’Alto Garda e Ledro. Non un semplice aggiornamento burocratico, ma un cambio di passo nel modo di pensare e costruire le politiche di welfare territoriale. Per la prima volta, infatti, il Piano sociale della Comunità di Valle sarà strutturato su azioni triennali, come anticipato dal presidente Giuliano Marocchi a un quotidiano locale, con l’obiettivo di offrire interventi più stabili, coordinati e vicini ai cittadini: famiglie, giovani, persone fragili e anziani.

 

 

Un piano nato dal territorio

La bozza del documento, presentata all’assemblea della Comunità, è ora in condivisione con gli assessori al sociale e con le commissioni consiliari dei Comuni. È un testo aperto, costruito in modo partecipato e pensato per adattarsi alle esigenze dei diversi territori.
Il presidente Giuliano Marocchi, affiancato da Tiziano Chizzola e Costanza Fedrigotti, ha impostato il lavoro partendo dalle azioni concrete e non dai numeri, definendo prima gli interventi e solo successivamente il bilancio economico che li sosterrà. Un approccio pragmatico che mette al centro i bisogni delle persone, non le risorse sulla carta.

Il commento dell’assessore Mattia Mascher

Tra le voci che hanno espresso soddisfazione per il percorso avviato, quella dell’assessore ai servizi sociali del Comune di Arco, Mattia Mascher, che ha voluto rimarcare la differenza tra polemiche e impegno concreto:

“C’è chi fa perdere tempo ai cittadini mettendo in giro voci — peraltro non corrette o distorte — e facendo disinformazione per attirare qualche facile consenso, e chi invece lavora per portare a casa il primo Piano sociale su base triennale attraverso la Comunità di Valle. Quest’ultimo fa meno clamore, perché più complesso e articolato di un albero di Natale. Grazie al presidente Marocchi, a Tiziano Chizzola, a Letizia Vicari e alla nostra sindaca per il prezioso lavoro”.

Parole che sottolineano il valore di un progetto corale, costruito attraverso collaborazione istituzionale e visione comune.

Un fondo per le emergenze

Tra le novità più significative del nuovo piano c’è la creazione di un Fondo per le emergenze sociali, pensato per fornire risposte tempestive a chi vive situazioni di difficoltà improvvisa.
L’idea prende ispirazione dal fondo straordinario istituito durante la pandemia e mira a sostenere famiglie o persone che, pur non rientrando nei parametri Isee o Icef, si trovano nell’impossibilità di far fronte a spese essenziali come bollette, affitti o mense scolastiche.
Il fondo sarà gestito in collaborazione con la Caritas e i servizi sociali della Comunità, in modo da garantire un utilizzo equo e mirato delle risorse, senza sprechi e con attenzione alle situazioni più delicate.

Scuola ed edilizia sociale: investire nel futuro

Il nuovo Piano pone grande attenzione al sostegno scolastico e al tema della formazione inclusiva. L’obiettivo è ampliare le ore di accompagnamento educativo nelle scuole e fornire risposte più strutturate agli alunni che necessitano di un supporto personalizzato, favorendo così un apprendimento più equo e accessibile per tutti.

Accanto alla scuola, resta centrale il tema della casa. La Comunità intende rafforzare la collaborazione con Itea e promuovere la costruzione o il recupero di abitazioni sociali, in particolare ad Arco, che potrebbe essere il primo Comune a beneficiare di nuovi interventi.
L’intento è quello di evitare iniziative isolate e frammentate, costruendo una strategia territoriale condivisa che risponda in modo omogeneo al bisogno abitativo.

Sanità territoriale e ricerca sul futuro

Un altro tassello importante riguarda la sanità di prossimità. Il piano conferma la nascita della Casa di Comunità negli spazi dell’“Incompiuta”, al piano terra, accanto ai servizi sociali.
La struttura sarà pensata in funzione delle esigenze locali, con particolare attenzione all’area della neuropsichiatria e al coordinamento tra sanità pubblica e accreditata, sotto una regia unitaria e pubblica.

Per programmare al meglio le azioni future, la Comunità ha chiesto all’Università di Trento di condurre uno studio sulla popolazione anziana dell’Alto Garda, con l’obiettivo di analizzare l’andamento demografico e i bisogni sociali e sanitari dei prossimi dieci anni.
Questa analisi costituirà la base per una pianificazione mirata, capace di anticipare le trasformazioni del territorio e rispondere con interventi concreti alle nuove fragilità.

Lavoro e mobilità: inclusione e autonomia

Il Piano guarda anche al mondo del lavoro, introducendo misure di sostegno e incentivi per le imprese che accoglieranno persone fragili o con disabilità, promuovendo così inclusione e dignità professionale.
Altrettanto importante sarà l’impegno sul fronte della mobilità per gli anziani soli, con progetti che mirano a garantire maggiore autonomia negli spostamenti quotidiani, dalle visite mediche alla spesa, fino ai momenti di socialità.

Con questo nuovo Piano sociale, l’Alto Garda e Ledro si prepara a un cambio di prospettiva, affrontando il tema del welfare non come un insieme di interventi isolati, ma come una visione integrata che intreccia salute, istruzione, casa, lavoro e comunità.
Una scommessa ambiziosa che vuole restituire prossimità, coesione e cura al territorio e alle persone che lo abitano. (n.f.)

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