Con l’avvio del nuovo anno scolastico riemerge un problema che da tempo preoccupa famiglie e residenti di Varone: il tragitto che alcuni bambini devono percorrere lungo via Venezia per raggiungere la scuola. Un tratto di strada breve ma insidioso, parte della S.P. 36, caratterizzato da carreggiata ridotta, assenza di marciapiedi e traffico intenso, spesso anche pesante.
La consigliera provinciale del Partito Democratico Michela Calzà – già vicesindaca di Dro – ha deciso di portare la questione in Consiglio provinciale, depositando un’interrogazione con la quale chiede alla Giunta di valutare l’estensione del servizio di trasporto pubblico scolastico anche agli alunni di quella zona.
La questione: pochi metri che fanno la differenza
Secondo i criteri provinciali, il servizio di trasporto scolastico viene garantito solo a partire da determinate distanze: 500 metri per la scuola dell’infanzia e un chilometro per primaria e secondaria di primo grado. Il problema è che alcune abitazioni di Varone, pur distando solo “pochi metri” in meno dalla soglia, si trovano escluse dal servizio. Di conseguenza i bambini devono muoversi a piedi lungo via Venezia, un’arteria che, come sottolinea Calzà, è «impraticabile non solo per un minore, ma anche per un adulto che lo accompagna», stretta tra muri di cinta e attraversata ogni giorno da migliaia di veicoli.
L’interrogazione in Consiglio provinciale
Nel suo documento, la consigliera richiama il nuovo testo unico approvato dalla Giunta provinciale a inizio 2025, che regola i criteri del trasporto scolastico. La norma, spiega, prevede la possibilità di derogare ai limiti di distanza «in casi particolari», per esempio quando il percorso non presenta caratteristiche minime di sicurezza.
Da qui la richiesta alla Giunta:
riconoscere la criticità segnalata a Varone;
chiedere alla struttura provinciale competente una deroga al criterio del chilometro;
coinvolgere il Comune di Riva del Garda per estendere il servizio anche al tratto di via Venezia;
chiarire se situazioni analoghe si siano verificate in altri territori trentini e quali soluzioni siano state adottate.
Una questione di sicurezza
La vicenda non riguarda solo un cavillo burocratico sulle distanze, ma tocca un nodo più ampio: la sicurezza stradale dei minori. «Con l’inizio dell’attività scolastica – scrive Calzà – si ripresenta, per alcuni alunni, il problema di raggiungere la scuola in sicurezza». Un tema che, a Varone, è già emerso più volte nelle cronache locali, viste le criticità viabilistiche della S.P. 36 e la difficoltà di trovare soluzioni strutturali immediate.
Attesa per la risposta della Giunta
Ora la palla passa all’esecutivo provinciale, chiamato a esprimersi sull’opportunità di applicare una deroga e di avviare un dialogo con il Comune di Riva per garantire un servizio che, al di là delle regole numeriche, potrebbe rivelarsi determinante per la sicurezza quotidiana degli alunni e la tranquillità delle famiglie.
L’interrogazione della consigliera Calzà accende i riflettori su una questione apparentemente marginale ma che, nei fatti, racconta bene il delicato equilibrio tra norme generali e bisogni concreti delle comunità locali. (n.f.)