
La discussione sulla mobilità attorno al Lago di Garda torna a infiammarsi dopo l’intervento pubblico della senatrice Aurora Floridia, eletta nella circoscrizione del Trentino-Alto Adige per i Verdi. Nel suo post – diffuso nella mattina del 20 novembre – la parlamentare punta il dito contro il metodo con cui, a suo dire, la Lega avrebbe gestito negli anni le grandi opere sia in Trentino sia nella provincia di Verona: «Il modus operandi è sempre lo stesso: progetti calati dall’alto, senza un reale confronto con Comuni e comunità».
Il caso della Variante della Busa
Floridia cita esplicitamente la Variante della Busa, l’intervento viabilistico che interessa l’Alto Garda e che negli ultimi mesi è tornato al centro del dibattito pubblico. La senatrice parla di «annunci roboanti, assenza di co-progettazione ed enormi ritardi», elementi che – secondo lei – starebbero trasformando un’infrastruttura strategica in un’opera frammentata e lontana dalle reali esigenze del territorio.
Nel frattempo, osserva Floridia, il traffico nel Garda sarebbe divenuto «insostenibile», mentre la risposta politica continuerebbe a tradursi in nuove strade e varianti: soluzioni che, per la senatrice, rischiano di aggravare il problema anziché risolverlo. I Comuni – aggiunge – lo avrebbero già compreso, respingendo in più occasioni proposte ritenute contra-producenti.
«Serve un dibattito serio sulla mobilità sostenibile»
Per Floridia la strada da imboccare è un’altra: potenziare il trasporto pubblico, investire davvero nella navigazione sostenibile e avviare un confronto strutturato tra territori, province e regioni. Un cambio di paradigma che, secondo la parlamentare, non può più essere rimandato.
Il quadro veronese: opere che slittano di decenni
La critica si estende anche alla sponda veronese del lago, dove – secondo Floridia – il copione non cambierebbe: progetti discussi da anni senza approdare a risultati concreti. Tra questi cita il collegamento ferroviario tra la stazione di Verona e l’aeroporto Catullo, per il quale immagina tempistiche addirittura quindicennali, e la cosiddetta “metropolitana sull’acqua”, evocata più nelle dichiarazioni che nei fatti. Un PUMS integrato tra le province del Garda, inoltre, sarebbe «lontano anni luce».
«Dopo quindici anni, basta sistema Lega»
La conclusione del suo intervento è un messaggio politico diretto: «Dopo quindici anni urge un cambio di rotta in Veneto. Basta Lega. Basta sistema Lega». Una presa di posizione che arriva in un momento in cui il tema della mobilità gardesana – tra cantieri, progetti e quotidiani ingorghi – continua a essere uno dei nodi più sensibili per residenti, pendolari e amministrazioni locali. (n.f.)