L’ambiente entra nel cuore delle tradizioni popolari e scalda il dibattito politico locale. A innescare la miccia è stato un post pubblicato sui social da Marco Piantoni, consigliere comunale di «Europa Verde» e possibile futuro assessore nella giunta guidata da Arianna Fiorio, dove propone un nuovo approccio alle sagre e feste di paese, rendendole più eco-sostenibili.
L’idea di Piantoni è articolata e punta a ridurre l’impatto ambientale degli eventi pubblici, spesso ancora associati a grandi quantità di rifiuti. «Iniziamo con sostenere solo l’acquisto di posate, piatti e bicchieri biodegradabili», scrive, immaginando un percorso di transizione che passi anche per l’uso di stoviglie lavabili e posate in acciaio, fino a proporre una “lavastoviglie mobile condivisa” da mettere a disposizione delle associazioni del territorio.
Tra le proposte, anche un’app per prenotare in anticipo la partecipazione agli eventi, in modo da evitare sprechi alimentari, e l’utilizzo esclusivo di prodotti locali e da filiere sostenibili.
La replica di Guido Trebo: “Proposte vecchie e scollegate dalla realtà”
Non si è fatta attendere la risposta, altrettanto pubblica, di Guido Trebo, ex assessore alla cultura di Arco, che ha affidato a un lungo post social il suo punto di vista, non senza una punta di sarcasmo.
«È un po’ come ascoltare un turista tedesco che vuole spiegare ai nostri agricoltori come si coltiva il Broccolo di Torbole», scrive Trebo, accusando Piantoni di non avere il polso della realtà associativa e di riproporre soluzioni già sperimentate – e abbandonate – anni fa. «L’idea della lavastoviglie mobile? C’era già dieci anni fa, con il supporto della Comunità di Valle. Chi organizza eventi lo sa, chi non lo sa evidentemente no», affonda Trebo.
Anche sulle stoviglie lavabili e sull’uso di prodotti locali, l’ex assessore difende a spada tratta l’attuale gestione delle sagre: «Molte associazioni usano già materiale ecologico e hanno acquistato lavastoviglie professionali. E i prodotti locali? La carne salada è km zero, certificata De.Co., è cultura prima ancora che sostenibilità».
Trebo si scaglia poi contro l’idea dell’app per limitare gli sprechi alimentari, definendola «poetica» ma impraticabile: «Introdurrebbe solo un fastidioso digital divide. Alle feste popolari serve concretezza, non soluzioni da salotto».
Il nodo politico: visioni opposte o generazioni a confronto?
Il confronto, al di là del merito, mette in evidenza due approcci diversi al tema della sostenibilità: da un lato l’entusiasmo propositivo di Piantoni, che guarda all’innovazione e alla possibilità di un cambiamento sistemico; dall’altro la voce esperta di Trebo, che richiama alla concretezza e alla consapevolezza del lavoro svolto negli anni dalle realtà associative locali.
Il dibattito, per ora confinato ai social, ha però il sapore di una discussione più ampia sul futuro dell’amministrazione e sul ruolo dell’ambiente nel governo della città. Piantoni, indicato da molti come possibile futuro assessore, sembra voler imprimere un cambio di passo, mentre Trebo invita alla prudenza, sottolineando che «prima di affidargli un assessorato, sarebbe meglio pensarci due volte. Anche tre».
Feste popolari tra tradizione e transizione ecologica
Il caso sollevato da Piantoni e la dura replica di Trebo non parlano solo di bicchieri o app: pongono una questione centrale per tutti i Comuni che vivono le feste di paese come parte del proprio DNA. Come conciliare tradizione, sicurezza, spontaneità e spirito di comunità con la crescente urgenza di politiche ambientali più ambiziose?
Da una parte, il rischio è quello dell’immobilismo, dall’altra quello di proporre modelli poco adatti alla realtà locale. Il dibattito è aperto. Le sagre – per molti solo momenti conviviali – stanno diventando un banco di prova per misurare visione politica, sensibilità ambientale e capacità di stare con i piedi per terra.