Comprendere i mutevoli scenari economici internazionali, unire le informazioni sul clima di incertezza generato dall’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti e fare sistema tra istituzioni e imprese per affrontare le nuove sfide dei mercati. Sono queste le ragioni per cui è stato convocato, presso la sede della Provincia autonoma di Trento, il Comitato strategico provinciale per l’internazionalizzazione. La riunione – presieduta dall’assessore allo sviluppo economico, lavoro, università, ricerca, Achille Spinelli, affiancato dalla dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro, Laura Pedron – ha visto la presenza degli esponenti delle associazioni di categoria trentine e dei rappresentanti di alcune delle aziende locali maggiormente attive sui mercati internazionali.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati i dati dell’analisi effettuata da Prometeia, illustrati dall’esperto Claudio Colacurcio. Secondo quanto emerso, pur nell’incertezza degli attuali scenari e nella difficoltà di prevedere gli effetti economici concatenati, l’impatto atteso sull’export Trentino dei nuovi dazi appare nel medio periodo moderato (3% verso gli Usa, 1% verso il resto del mondo), provocato soprattutto dal clima d’incertezza più che dall’entità degli aumenti tariffari. Il settore più colpito in termini di minori esportazioni è la meccanica (primo settore di esportazioni verso gli Stati Uniti), mentre sono previsti cali limitati nell’export della filiera agroalimentare e nel vino. A difendere il posizionamento dell’export della Provincia è soprattutto la specializzazione sui segmenti “premium”, la bassa sostituibilità delle importazioni statunitensi con produzione domestica e il contemporaneo aumento dei dazi per molti Paesi concorrenti.
Complessivamente, il calo atteso sulla produzione trentina è di quasi 240 milioni di euro nel biennio 2025-2026, anche tenendo conto che gli effetti indiretti e indotti allargano il perimetro degli impatti anche a settori non esposti direttamente al mercato Usa. Nell’arco del biennio lo shock vale lo 0,4% in termini di Pil della Provincia, inferiore all’impatto previsto a livello nazionale (-0,7%).
Tra i consigli dell’esperto, quello di non abbandonare un mercato interessante per dimensione e qualità di spesa, un approccio più specifico al mercato in funzione della clientela e della concorrenza, la possibilità di esplorare nuovi mercati e la necessità di valutare possibili impatti per fornitori strategici colpiti indirettamente dai dazi.
Durante il dibattito, diversi esponenti delle associazioni di categoria e delle imprese locali hanno evidenziato una situazione di caos percepita, chiedendo un aiuto per fronteggiare i nuovi vincoli commerciali attraverso un’informazione puntuale e aggiornata.
“Il mercato americano è e rimane importante anche per il Trentino – ha detto l’assessore Spinelli – Ora dobbiamo capire quanto durerà questa politica economica che crea incertezza. Non è questa l’occasione per trovare soluzioni, ma per presentare dei dati e aprire un ragionamento assieme. Questo è un tavolo dove condividiamo delle analisi e valutiamo assieme ipotesi di intervento. Ci troveremo ancora per discutere di politiche per posizionare meglio il sistema trentino e trovare nuove opportunità”.