È la guida più attesa e allo stesso tempo più temuta dagli chef di tutto il mondo. La Michelin, con le sue stelle capaci di consacrare una carriera o di segnare il destino di un ristorante, anche quest’anno è stata svelata in grande stile al Teatro Regio di Parma.
Per il Trentino non ci sono scossoni: il firmamento resta immutato. Erano otto i ristoranti stellati nel 2025 e otto sono confermati nell’edizione 2026.
Peter Brunel, l’arte culinaria che racconta il Garda
Tra le conferme più significative per l’Alto Garda c’è quella di Peter Brunel, che mantiene la sua stella nel ristorante di Linfano di Arco, un punto di riferimento imprescindibile per chi cerca una cucina creativa e profondamente legata al territorio.
La motivazione degli ispettori racconta molto dell’identità del locale: un ristorante a un passo dalle acque del Garda, concepito come un vero atelier gastronomico, dove Brunel non si limita a firmare i piatti ma interviene anche nella progettazione degli spazi. L’ambiente, curato nei minimi dettagli, accompagna gli ospiti in un percorso che inizia già dall’aperitivo, servito tra divani e poltrone che accolgono in un’atmosfera elegante e rilassata.
La forza di Brunel sta nella capacità di interpretare il Trentino con una visione internazionale: richiami nikkei, intuizioni mediterranee, guizzi creativi ispirati alla sua passione per Gabriele D’Annunzio. In sala, l’esperienza è completata dalla competenza di Christian Rainer, sommelier di livello assoluto, che guida con naturalezza attraverso un’impeccabile carta dei vini.
Alfio Ghezzi, la stella che illumina il Garda da Limone
Grande soddisfazione anche per Alfio Ghezzi, che riconquista la stella come executive chef del ristorante Eala – Lakeside Dream di Limone sul Garda, a pochi minuti da Riva.
Ghezzi, chef che ha già lasciato un’impronta indelebile nella ristorazione trentina con le sue precedenti esperienze stellate, firma una proposta che valorizza i prodotti locali con eleganza e sottrazione, senza mai rinunciare alla profondità dei sapori.
Gli ispettori invitano a raggiungere il ristorante ancora con la luce del tramonto, per godere della vista spettacolare sul lago attraverso le pareti di vetro delle salette. Poi, spazio alla cucina di Ghezzi: due menu degustazione, piatti disponibili anche alla carta, un’attenzione speciale ai pesci d’acqua dolce e creazioni come il risotto al mirtillo di bosco e anguilla affumicata, considerato uno dei suoi capolavori.
Un’esperienza che continua anche dopo la cena, con una passeggiata sulla ciclopedonale che collega Limone al resort e regala scorci unici.
Il confronto regionale e la mappa trentina delle stelle
Nel tradizionale “derby” fra Trentino e Alto Adige, la provincia di Bolzano continua a dominare la scena: 25 stelle complessive, tra cui un tristellato, due ristoranti da due stelle e una lunga schiera di locali premiati con una stella.
Il Trentino resta stabile con otto stelle, distribuite tra eccellenze già consolidate:
Locanda Margon a Ravina di Trento, con lo chef Edoardo Fumagalli e la suggestiva cornice dei vigneti Lunelli;
Peter Brunel Ristorante Gourmet a Linfano di Arco, riferimento dell’alta cucina gardesana;
A Madonna di Campiglio Il Gallo Cedrone (chef Sabino Fortunato), la Stube Hermitage (chef Antonio Lepore) e il Dolomieu (chef Fiorenzo Perremuto);
Il ristorante Grual del Lefay Resort & SPA Dolomiti a Pinzolo;
El Molin a Cavalese, guidato da Alessandro Gilmozzi;
Malga Panna a Moena, con lo chef Paolo Donei.
In Italia i tristellati salgono a quindici, tra cui il regionale Atelier Moessmer di Brunico, ulteriore testimonianza del livello gastronomico raggiunto dal territorio regionale.