Articolo pubblicato il: 23/12/2025 alle 19:30
La Busa - Letterina da un bimbo di Arco: “Caro Babbo Natale, vorrei un nuovo Nido comunale”
Posted By Redazione
Categoria: Amministrativa, Attualità, Notizie

 

C’è chi scrive a Babbo Natale per chiedere giochi, chi sogna la pace nel mondo e chi, come Michelangelo, sette mesi appena, affida a una letterina natalizia una delle questioni più discusse e sentite dalla comunità di Arco: l’apertura del nuovo Nido comunale.
La missiva, arrivata nei giorni scorsi alla redazione de La Busa, ha rapidamente attirato l’attenzione per il suo tono tenero e insieme disarmante. Michelangelo, nato ad Arco il 24 maggio 2025, si presenta così: «Mi chiamo Michelangelo e ho sette mesi essendo nato ad Arco (Trentino-Italia) il 24 maggio 2025, 110 anni dopo l’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mondiale». Un incipit curioso, che mescola innocenza e memoria storica, “spiegata dal nonno”, come precisa il piccolo autore.
Subito dopo, la letterina prende una piega sorprendentemente consapevole.
Michelangelo dice di non sapere cosa sia la guerra, ma di aver capito che è «una cosa brutta» e che, nonostante le richieste dei bambini di ieri e di oggi, «mi pare che tu non abbia potuto esaudire i loro desideri».
Per questo, spiega a Babbo Natale, la sua richiesta sarà diversa dal solito.

 

Il cuore del messaggio arriva poche righe più sotto ed è qui che la fantasia infantile lascia spazio a una realtà molto concreta: «Vorrei caro Babbo Natale stare fra i bambini della mia età ma mi hanno detto che la casa nuova dei bambini che si chiama Nido comunale non è ancora pronta e quei bei posticini che si chiamano Tages Mutter non hanno posto nemmeno loro». Una frase che riassume perfettamente il disagio vissuto da molte famiglie arcensi nelle ultime settimane e che è stato al centro di polemiche, interventi pubblici e confronti politici.
Il tema del nuovo Nido comunale di Arco, annunciato e atteso da tempo, è infatti tornato più volte nel dibattito cittadino: ritardi, chiarimenti sui tempi di apertura, interrogazioni e prese di posizione hanno scandito gli ultimi mesi. Ma raramente il problema era stato raccontato con una voce così semplice e, proprio per questo, così efficace.
Michelangelo chiarisce anche che la sua tristezza non nasce da una mancanza d’affetto: «Io sono triste, Babbo Natale, non perché non mi piaccia stare con mamma e papà perché mi vogliono tanto bene e li adoro e così pure i miei nonni che mi viziano già». Il desiderio è un altro, profondo e universale: «Io voglio crescere con i bambini e le bambine della mia età per imparare cos’è la Vita».
È in questo passaggio che la letterina smette definitivamente di essere solo un gioco natalizio e diventa una riflessione sul valore educativo e sociale dei servizi per l’infanzia. Il nido non come semplice risposta organizzativa, ma come spazio di crescita, relazione e comunità.
Il finale, ironico e insieme diretto, chiama in causa le istituzioni: Michelangelo chiede a Babbo Natale, dopo essersi occupato dei problemi “più importanti”, di promettergli «l’apertura del nuovo Nido comunale dove posso andare anch’io». E aggiunge: se non dovesse riuscirci, «chiederò alla Sindaca, che è anche mamma, se lo può fare lei».
A chiudere la lettera, una promessa di buona condotta e un saluto che strappa un sorriso: «Ti mando un bacione col moccolo perché sono raffreddato».
Dietro l’ironia e la tenerezza di queste parole, resta una richiesta chiara e condivisa.
La letterina di Michelangelo è diventata lo specchio di un’attesa collettiva e ha riportato al centro del dibattito cittadino il tema del nuovo Nido comunale di Arco. Una voce piccola, piccolissima, che però è riuscita a farsi sentire forte in tutta la comunità.

(n.f.)

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Data e ora di stampa: 23/12/2025 22:48
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