
Attorno al lago di Ledro, una delle perle naturalistiche più amate del Trentino, monta la protesta per una serie di tagli di alberi avvenuti nelle ultime settimane lungo i tratti che vanno da Besta fino all’area del Museo delle Palafitte in direzione di Pur. Un intervento che, secondo diverse voci ambientaliste, avrebbe comportato l’eliminazione quasi totale della fascia verde a bordo strada, laddove dovrebbero sorgere nuovi parcheggi a servizio della stagione turistica.
A lanciare l’allarme è Lorenzo Vescovi, veterinario, figura storica dell’ambientalismo dell’Alto Garda e amministratore della pagina “L’Altra Riva”, spazio web dedicato alla critica ambientale e alle dinamiche del territorio. Il suo post, dai toni accesi, denuncia ciò che definisce un “taglio indiscriminato”, mirato — sostiene — a valorizzare solo il tronco degli alberi, “e sovente neanche quello”.
Chi è Lorenzo Vescovi: una vita tra ambiente, politica e impegno civile
Nato a Tiarno di Sopra nel 1949, Vescovi è un medico veterinario che ha ricoperto ruoli istituzionali di rilievo: già sindaco di Tiarno di Sopra, è stato anche consigliere e assessore a Riva del Garda. Ambientalista e animalista di lungo corso, è considerato una delle voci più note nel dibattito ecologico locale, nonché leader dei Verdi di Riva del Garda per oltre vent’anni. La sua pagina “L’Altra Riva, dove le idee corrono libere e le censure non sono ammesse” è oggi uno degli spazi più seguiti da chi vuole approfondire temi ambientali senza filtri.
Le sue parole, dunque, assumono peso non solo per la forza del contenuto, ma anche per il percorso di impegno pubblico che le sostiene.
La denuncia: “Asfalto e cemento al posto del verde”
Secondo quanto riportato da Vescovi, l’obiettivo degli interventi sarebbe la creazione di nuovi stalli auto fronte lago, un’operazione che avrebbe però comportato l’abbattimento della vegetazione esistente. “Per fare i parcheggi fronte lago hanno segato ogni albero. Non solo a Besta”, scrive, parlando di un tratto ormai “spoglio”, che per lungo tempo priverà residenti e visitatori dell’ombra naturale offerta fino alla scorsa estate.
La preoccupazione riguarda anche il microclima della zona: senza alberi, spiegano gli ambientalisti, il calore si rifletterà direttamente su auto e superfici pavimentate, rendendo l’area molto meno confortevole proprio nei mesi più caldi. “Per il prossimo mezzo secolo almeno, d’estate friggerete in macchina”, afferma Vescovi con amara ironia.
L’equilibrio ambientale in gioco
Il tema non è solo estetico. La fascia alberata attorno al lago svolgeva una funzione essenziale per:
– mitigare le temperature,
– assorbire CO₂,
– trattenere l’umidità,
– proteggere il suolo dall’erosione,
– offrire habitat alla fauna locale.
Tagliare alberi in prossimità del lago significa modificare gli equilibri idro-geomorfologici del territorio, oltre a diminuire sensibilmente la qualità paesaggistica che ha reso Ledro una meta amata da escursionisti e famiglie.
La speranza — condivisa da Vescovi e da numerosi cittadini intervenuti online — è che gli interventi siano seguiti da un serio piano di compensazione verde, con la messa a dimora di alberi in numero e qualità sufficienti a ricostituire, nel tempo, la continuità ecologica perduta.
Bilancia ambientale e futuro del paesaggio
Il rischio, come denunciano da tempo le associazioni ambientaliste, è quello di un territorio che si piega sempre più alle esigenze del turismo automobilistico, trascurando però la sua identità naturalistica: la stessa che attira visitatori da tutta Europa.
“Il convento non offre altro: asfalto e cemento”, conclude Vescovi, sintetizzando un sentimento diffuso tra coloro che avrebbero preferito soluzioni alternative, basate su una mobilità più sostenibile e su interventi meno invasivi per la vegetazione.
La discussione resta aperta. E la domanda — cruciale per il futuro del lago — è una sola: quanti alberi verranno ripiantati per ristabilire quella bilancia ambientale che, una volta compromessa, richiede decenni per tornare in equilibrio?
(n.f.)

