Articolo pubblicato il: 26/07/2025 alle 19:30
La Busa - La famiglia Ganda di San Tomaso: radici profonde e ali forti
Posted By Redazione
Categoria: Attualità, Notizie, Primo piano, Storia

 

Domenica 20 luglio, nel cuore dell’estate trentina, San Tomaso ha risuonato di voci, risate e ricordi. I Ganda si sono ritrovati, una rimpatriata vera, genuina, come se ne vedono sempre più di rado: novantenni accanto a neonati, zii che si rivedono dopo decenni, cugini giunti perfino dall’estero. E tutto per celebrare non solo una famiglia, ma una vera e propria epopea locale.

La storia dei Ganda affonda le sue radici nella terra scoscesa e profumata in località San Tomaso a Riva del Garda. Un borgo raccolto, con lo sguardo che abbraccia il lago e i piedi ben piantati nella terra. È da qui che parte il filo narrativo di una famiglia che ha saputo affrontare la miseria, l’emigrazione e il sacrificio, senza mai spezzarsi.

Lodovico e Eva: le radici del racconto
Tutto comincia con Lodovico Ganda, il capostipite, e sua moglie Eva Clauser, figlia di Giuseppe ed Emma Clauser che nel 1920 lasciarono tutto e partirono per l’America, alla volta della Pennsylvania. Erano anni in cui partire significava più fuggire dalla fame che cercare fortuna, ma nel loro caso si trattava di un rifiuto all’annessione all’Italia. Il coraggio non mancava, e la tenacia neppure.

In America i Clauser vissero con dignità e grinta. Uno dei loro figli, Bruno, diventò addirittura sceriffo a Butler, la cittadina recentemente salita alle cronache per l’attentato al presidente Donald Trump. Ma nonostante tutto, il richiamo della terra era troppo forte: la famiglia tornò a Riva del Garda, a San Tomaso, dove cominciò un nuovo capitolo della sua storia.

 

 

 

Cinque figli, un’unica eredità: la forza del legame
Lodovico ed Eva ebbero cinque figli: Francesco, oggi novantenne e cuore pulsante dell’incontro del 20 luglio, Irma in Tavernini, Iole in Bertamini, Elsa in Viola e Ottorino.

Francesco è il simbolo di un tempo in cui onore e servizio si intrecciavano con la giovinezza. Navigatore di volo nella NATO, ha solcato i cieli tesi tra il Texas e lo stretto di Bering, tra Alaska e Siberia, durante i freddi silenzi della Guerra Fredda. A bordo di un Dakota C-47 o un B-52 tracciava rotte, dirigeva carichi e ascoltava via radio i colleghi russi che sorvolavano il confine dal lato opposto a pochi chilometri di distanza.
Più tardi ha lavorato nella base missilistica in Alabama, oggi trasformata in scuola d’addestramento. Per i suoi meriti è stato nominato Cavaliere della Repubblica. Accanto a lui, in Accademia, c’erano anche altri nomi illustri della zona: Giuseppe Strain di Arco e Oscar Vivaldi di Nago.

Una stirpe che guarda avanti senza dimenticare il passato
Ma la vera forza dei Ganda non è solo nelle carriere brillanti o nei riconoscimenti ricevuti. È nella capacità di ritrovarsi, di non perdersi mai, di sentire San Tomaso come punto fermo e casa comune. Le proprietà tramandate di generazione in generazione raccontano un legame che non si è mai spezzato, neanche nei momenti più duri.

Nella lunga storia familiare molti hanno intrapreso strade importanti, ricoprendo incarichi di rilievo sia in Italia che all’estero, ma con lo sguardo che torna sempre là, dove tutto è cominciato: tra le vigne, i muretti a secco, i sentieri conosciuti da bambini. Carriere raggiunte grazie ai valori tramandati nel tempo.

La fotografia di una famiglia vera
Il pranzo del 20 luglio è stato più di un semplice momento conviviale. È stata la fotografia viva di una storia: un patto silenzioso tra generazioni, un ponte tra chi ricorda il mondo in bianco e nero e chi è appena arrivato in un presente pieno di colori.
I Ganda di San Tomaso sono la memoria di un luogo che resiste al tempo. E sono, soprattutto, la dimostrazione che la vera nobiltà è fatta di coraggio, umiltà e amore per le proprie radici.

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Data e ora di stampa: 27/07/2025 12:25
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