Articolo pubblicato il: 06/10/2025 alle 09:00
La Busa - Il grido delle api: in Trentino tracce di veleni. Piantoni: «Serve un nuovo modello agricolo»
Posted By Redazione
Categoria: Ambiente, Animali, Notizie, Salute

 

Le api parlano, e lo fanno attraverso il polline che raccolgono nei prati, nei vigneti e persino tra i boschi. A rivelarlo sono i risultati del progetto europeo ACT4BES, presentati al Muse di Trento: un’indagine scientifica partecipata che ha analizzato i pollini trasportati dalle api in dodici alveari dislocati sul territorio comunale.

Le analisi hanno portato a galla dati che destano preoccupazione. Nel polline sono state trovate concentrazioni di piombo ben superiori ai valori di riferimento: se il limite indicativo è 100 ppm, la media rilevata in città è risultata di 232 ppm, con picchi che a Montevaccino hanno superato i 400 ppm e in alcune zone hanno addirittura raggiunto quota 1200. Non solo. Sono emerse tracce di fitofarmaci vietati da anni, come carbendazim e propiconazolo, sostanze chimiche che, pur non essendo più in commercio, continuano a persistere nei terreni e nelle acque, entrando ancora oggi nella catena ecologica.

Secondo gli esperti, questi dati vanno interpretati tenendo conto degli spostamenti delle api – capaci di percorrere chilometri alla ricerca di fiori – ma non lasciano dubbi su un punto: gli inquinanti sono presenti nell’ambiente e arrivano fino agli insetti impollinatori, essenziali per la sopravvivenza stessa delle colture.

 

 

«Un risultato allarmante»

Al Muse la ricerca è stata illustrata dalla ricercatrice Maria Vittoria Zacchelli, che ha coordinato il lavoro insieme agli apicoltori cittadini, nell’ambito di un percorso di Citizen Science. L’assessore comunale all’ambiente di Trento, Sergio Angeli, come riportato su un quotidiano locale, ha parlato di «un risultato allarmante, che dimostra come il coinvolgimento della cittadinanza nella ricerca scientifica possa offrire informazioni preziose sullo stato di salute del territorio».

Accanto al tema degli inquinanti, ACT4BES ha fotografato anche la trasformazione del paesaggio agricolo trentino negli ultimi trent’anni: i vigneti sono quintuplicati, sostituendo prati, frutteti e colture miste, con una progressiva riduzione della biodiversità.

La voce di Arco: «Le api ci lanciano un segnale»

Su questi dati è intervenuto con forza il vicesindaco di Arco, Marco Piantoni, portavoce per l’𝗔𝗹𝘁𝗼 𝗚𝗮𝗿𝗱𝗮 𝗲 𝗟𝗲𝗱𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮 𝗩𝗲𝗿𝗱𝗲 – 𝗩𝗲𝗿𝗱𝗶. In un messaggio diffuso sui social e sul suo blog personale, Piantoni ha collegato i risultati della ricerca a un allarme più ampio:

«🌍🐝 Le api ci lanciano un segnale che non possiamo ignorare – ha scritto –. Il polline raccolto in Trentino rivela la presenza di piombo e fitofarmaci vietati, con concentrazioni oltre i valori di sicurezza. È la prova che i nostri ecosistemi sono fragili e che la contaminazione arriva fino agli insetti impollinatori da cui dipende la vita stessa delle colture».

Il vicesindaco ha messo in relazione inquinamento e trasformazione del paesaggio agricolo: «Negli ultimi 30 anni i vigneti in Trentino sono quintuplicati, sostituendo prati, frutteti e colture miste. È un cambiamento che ha impoverito la biodiversità. Due facce della stessa medaglia: l’intensificazione agricola e l’uso di sostanze chimiche mettono a rischio ambiente, salute e futuro».

E infine un appello che suona come un programma politico: «📢 È urgente ripensare il nostro modello agricolo, sostenere pratiche rispettose della natura e restituire spazio alla biodiversità. Le api ci stanno avvertendo: ascoltiamole».

Api come “sentinelle”

Il tema non riguarda solo Arco o Trento, ma l’intero territorio provinciale. Le api diventano vere e proprie sentinelle dell’ambiente: la loro capacità di raccogliere polline in diversi chilometri di raggio permette di leggere in maniera immediata la qualità dell’ecosistema circostante.

La ricerca ACT4BES non si limita a evidenziare criticità: i dati raccolti andranno infatti a costituire una banca scientifica preziosa, utile anche per le amministrazioni comunali che nei prossimi anni dovranno elaborare piani del cibo e strategie di sviluppo agricolo compatibili con la tutela della biodiversità.

Una sfida per il futuro

Il messaggio è chiaro: il modello agricolo intensivo ha un costo ambientale e sociale che non può più essere sottovalutato. Le api, attraverso il polline che trasportano, hanno reso visibile ciò che spesso resta nascosto: la persistenza di inquinanti e la perdita di varietà vegetale.

Dai laboratori del Muse fino all’appello del vicesindaco di Arco, il filo conduttore è lo stesso: non possiamo permetterci di ignorare questi segnali. (n.f.)

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Data e ora di stampa: 06/10/2025 13:06
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