Torna al centro del dibattito la Ciclovia del Garda, il grande progetto di mobilità ciclabile che dovrebbe correre lungo le sponde del lago. Nei giorni scorsi è stato presentato un secondo esposto alla Procura della Repubblica di Verona per chiedere l’immediata sospensione dei lavori in località Baitone-Navene, nel territorio comunale di Malcesine.
A renderlo noto è la senatrice Aurora Floridia (Verdi Alto Adige – Gruppo per le Autonomie), che ha firmato l’atto insieme al collega senatore Luigi Spagnolli. “Nonostante le ripetute segnalazioni delle associazioni ambientaliste – spiega Floridia – i cantieri proseguono con interventi che stanno compromettendo in modo grave e irreversibile un tratto di costa di straordinario valore ambientale e paesaggistico”.
Le criticità sollevate
Già nei mesi scorsi un primo esposto aveva richiamato l’attenzione sui rischi idrogeologici e ambientali dei lavori, oltre che sui possibili pericoli per la pubblica incolumità. Oggi le denunce si fanno più concrete: abbattimento di alberature, realizzazione di una muraglia di cemento a ridosso della battigia e trasformazione di un’area naturale in “un’opera artificiale del tutto incompatibile con il contesto”.
Secondo i firmatari, l’intervento si sta rivelando l’opposto di ciò che avrebbe dovuto rappresentare: “Un progetto nato per promuovere la mobilità lenta e il turismo sostenibile si sta trasformando in un’infrastruttura invasiva, rischiosa per ciclisti e turisti e incoerente con i principi di tutela del paesaggio sanciti dalla Costituzione e dalle direttive europee”.
Il nodo del collegamento con il Trentino
Un ulteriore punto critico riguarda il mancato accordo con la Provincia di Trento: il tratto in costruzione, allo stato attuale, rischierebbe di trasformarsi in un fondo cieco, obbligando ciclisti e visitatori a percorrere le gallerie della Gardesana orientale, considerate inadatte e pericolose per la mobilità ciclabile.
Profili penali e richiesta di alternative
Nell’esposto vengono richiamati anche possibili rilievi penali, che vanno dall’inquinamento al disastro ambientale fino al deturpamento di bellezze naturali in un contesto riconosciuto di alto pregio. La richiesta è chiara: sospendere immediatamente i lavori e aprire la strada a una revisione progettuale che individui soluzioni alternative, come ad esempio il trasporto lacustre ibrido, già sperimentato in Lombardia.
“Il futuro del Garda – conclude Floridia – non può essere deciso a colpi di cemento. È fondamentale che le comunità locali e le associazioni siano coinvolte in maniera trasparente e partecipata”.