Articolo pubblicato il: 27/08/2025 alle 08:30
La Busa - Caccia al fringuello, Michela Calzà (PD) interpella la Giunta: “Decisione senza confronto né dati scientifici”
Posted By Redazione
Categoria: Ambiente, Amministrativa, Animali, Notizie

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Una delibera che riapre il dibattito sulla gestione della fauna in Trentino. L’8 agosto scorso la Giunta provinciale ha approvato la deliberazione n. 1182, autorizzando in deroga la caccia al fringuello, specie protetta a livello europeo da oltre trent’anni. Una scelta che non è passata inosservata: la consigliera provinciale del Partito Democratico, ed ex vicesindaca di Dro, Michela Calzà, ha depositato un’interrogazione chiedendo spiegazioni e maggiore trasparenza.

Una specie comune, ma tutelata

Il fringuello è uno degli uccelli più diffusi in Europa. Migratore regolare, attraversa le Alpi ogni anno seguendo rotte obbligate e gioca un ruolo essenziale negli equilibri naturali, contribuendo al controllo degli insetti e alla dispersione dei semi. Proprio per queste ragioni, dal 1992 la Direttiva “Uccelli” dell’Unione Europea ne tutela la popolazione, vietandone la caccia salvo specifiche e documentate deroghe.

«Non risulta che il fringuello rappresenti un rischio per l’agricoltura o per l’ambiente – sottolinea Calzà – e per questo chiediamo se siano state effettuate analisi specifiche che motivino il ricorso alla deroga.»

 

 

L’assenza di dati aggiornati

Nell’interrogazione, la consigliera evidenzia come la decisione della Giunta non sia stata accompagnata dalla pubblicazione di studi recenti, pareri tecnici o valutazioni ambientali. Le normative nazionali ed europee prevedono che la deroga sia possibile solo in assenza di soluzioni alternative e alla luce di dati scientifici aggiornati. In questo caso, però, tali elementi non sarebbero stati resi noti.

Il nodo dei valichi alpini

Particolarmente delicata appare la questione dei valichi alpini, autorizzati come zone di prelievo. La comunità scientifica li considera veri e propri “colli di bottiglia ecologici”, dove si concentra il passaggio di migliaia di uccelli migratori. Molti di questi corridoi naturali ricadono all’interno delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) della rete Natura 2000, aree create proprio per salvaguardare le rotte migratorie e le specie a rischio.

«Intervenire in queste aree durante il periodo migratorio – afferma Calzà – significa colpire individui adulti fondamentali per la riproduzione e la sopravvivenza delle popolazioni. È come sparare sulla Croce Rossa.»

Richiesta di confronto e trasparenza

Per la consigliera democratica, il nodo non è solo ambientale ma anche metodologico e politico: decisioni di questa portata, che toccano temi sensibili e normative europee stringenti, dovrebbero passare attraverso un confronto con enti scientifici, associazioni e portatori di interesse. Senza questo passaggio, osserva, la scelta rischia di apparire frutto di logiche politiche più che di valutazioni oggettive.

Una petizione online

La polemica si intreccia con l’iniziativa della società civile: è infatti già attiva la petizione “No alla caccia in deroga al fringuello in Provincia di Trento”, che chiede alla Giunta di revocare la decisione. La consigliera Calzà ha espresso sostegno alla mobilitazione, ribadendo l’urgenza di un approccio fondato su evidenze scientifiche e sul rispetto delle direttive comunitarie. (n.f.)

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Data e ora di stampa: 27/08/2025 16:39
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