Si accende il confronto politico attorno alla figura di Letizia Vicari, assessora della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Dopo le ripetute richieste di dimissioni avanzate da Fratelli d’Italia, che contestano una presunta incompatibilità legata alla sua attività professionale di agente immobiliare, è il presidente dell’ente sovracomunale e sindaco di Tenno, Giuliano Marocchi, a intervenire pubblicamente, scegliendo la via della chiarezza e della difesa.
La posizione del presidente
Con un lungo scritto diffuso sui social, Marocchi ha voluto ribadire la propria «piena e incondizionata fiducia» nei confronti dell’assessora, sottolineando come nei suoi primi due mesi di incarico Vicari abbia dimostrato «attenzione, passione, competenza e dedizione», operando «in totale sintonia con il presidente, l’esecutivo e gli uffici dell’ente».
Marocchi ha riconosciuto che l’assessora sia alla sua prima esperienza amministrativa, ma ha ricordato come ciò non rappresenti un limite esclusivo della sua figura: «Vedo in tanti altri amministratori trentini alla prima esperienza, a tutti i livelli della politica, la stessa necessità di crescere e imparare. Nessuno nasce imparato, sottoscritto compreso».
Il presidente ha poi lanciato una frecciata indiretta al dibattito pubblico, ricordando come fino a poco tempo fa si temeva un eccesso di “tecnicismi” in materia urbanistica, mentre oggi si critica l’opposto: «Prima ci si lamentava di figure troppo esperte, ora del contrario».
Il nodo politico
Le critiche mosse da Fratelli d’Italia (leggi), guidati in Comunità da Elisabetta Aldrighetti, non riguardano però soltanto la persona di Vicari. Come ha chiarito la stessa Aldrighetti in risposta alle parole di Marocchi, il tema è più ampio: «Il fulcro della questione non è stato colto. La riflessione va oltre il singolo soggetto e riguarda il metodo delle nomine, la compatibilità dei ruoli e la necessità di garantire competenze adeguate in settori così delicati».
Pur mantenendo un tono cordiale e riconoscendo la disponibilità al dialogo del presidente, Aldrighetti ha quindi spostato l’attenzione sul piano politico-istituzionale, ponendo l’accento sulla trasparenza dei criteri di scelta e sulla tutela dell’imparzialità amministrativa.
La prospettiva
Il caso Vicari si colloca così al crocevia tra fiducia politica e richieste di garanzia istituzionale. Da un lato il presidente Marocchi, che invita a sospendere i giudizi e a concedere «qualche mese di lavoro in più» prima di trarre valutazioni definitive; dall’altro l’opposizione di Fratelli d’Italia, che utilizza la vicenda per sollevare un dibattito più generale sulla gestione delle nomine negli enti sovracomunali.
Il tempo dirà se i prossimi mesi basteranno a dissipare i dubbi e a rafforzare la legittimità dell’operato dell’assessora. Intanto, la vicenda ha già aperto una riflessione che va oltre il singolo caso, toccando temi di trasparenza, competenza e fiducia nelle istituzioni locali. (n.f.)