Un’onda d’urto positiva attraversa oggi i poli industriali di Arco e Rovereto: la notizia è di quelle che segnano una svolta epocale. Allison Transmission, colosso statunitense del settore delle trasmissioni e propulsori per veicoli commerciali, ha ufficialmente annunciato l’acquisizione della divisione Off-Highway di Dana Incorporated, per un valore complessivo di circa 2,7 miliardi di dollari.
La notizia, arrivata direttamente dalla sede centrale di Allison a Indianapolis, coinvolge da vicino i due stabilimenti trentini della multinazionale Dana, considerati tra i più importanti nel panorama produttivo locale per occupazione, tecnologia e indotto.
Una manovra strategica che guarda al futuro
“Questa acquisizione rappresenta un punto di svolta epocale nel nostro impegno di fornire soluzioni di propulsione e trasmissione capaci di migliorare il modo in cui funziona il mondo”, ha dichiarato David Graziosi, Presidente e CEO di Allison Transmission.
La mossa rafforza la posizione di Allison nei mercati globali, in particolare nel segmento Off-Highway — quello che comprende le applicazioni industriali, minerarie, agricole e forestali. Un settore in cui gli stabilimenti di Arco e Rovereto rivestono un ruolo di primo piano, anche per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo di sistemi di trazione ibrida ed elettrica.
Soddisfazione della sindaca di Arco
Stabilimenti trentini: tra attese e nuove prospettive
Il futuro dei circa 500 lavoratori impiegati tra le sedi di Arco e Rovereto è oggi al centro dell’attenzione. Anche se il comunicato ufficiale non menziona in modo diretto i singoli stabilimenti, il valore strategico degli impianti trentini — da anni all’avanguardia nella produzione di componenti e soluzioni per la mobilità sostenibile — lascia ben sperare.
Sotto la guida di Allison, gruppo da oltre 100 anni attivo nel settore, presente in più di 150 Paesi e leader mondiale nelle trasmissioni automatiche per veicoli medi e pesanti, le realtà locali potrebbero beneficiare di nuovi investimenti, tecnologie e sbocchi commerciali.
“È un’opportunità strategica che consentirà alla divisione Off-Highway di Dana di continuare a crescere, con le risorse giuste e una visione industriale di lungo periodo”, ha affermato R. Bruce McDonald, Presidente e CEO di Dana.
I sindacati: “Aprire un tavolo al Mimit con Allison Transmission”
A ventiquattro ore dall’annuncio dell’acquisizione, arriva puntuale la reazione dei sindacati. Con una nota congiunta, Fim, Fiom e Uilm nazionali chiedono al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di convocare un tavolo di confronto con la nuova proprietà.
“La vendita del settore Off-Highway coinvolge direttamente il nostro Paese dato che la stragrande maggioranza dei siti italiani appartengono proprio alla divisione in questione. Alla luce delle importanti novità, chiediamo la convocazione di un tavolo presso il Mimit, al quale siano presenti anche rappresentanti di Allison, per discutere del futuro piano industriale. Chiederemo alla nuova proprietà investimenti in grado di rilanciare i siti e tutelare l’occupazione” – si legge nella nota diffusa dagli uffici stampa delle tre sigle sindacali.
Un appello forte, che guarda non solo alla tenuta occupazionale dei 3.800 lavoratori Dana in Italia, ma anche al destino di centinaia di famiglie nel Trentino, dove Arco e Rovereto rappresentano un presidio industriale e tecnologico di primo livello.
Le tappe della transizione
L’operazione, approvata dai Consigli di amministrazione di entrambe le aziende, dovrebbe essere finalizzata entro la fine del quarto trimestre del 2025, previa approvazione delle autorità regolatorie. Allison ha annunciato un processo di transizione “coordinato e rispettoso” di tutte le parti coinvolte — clienti, fornitori, personale.
Una conferenza online è prevista per oggi alle 14:45 (ora italiana), durante la quale il top management di Allison illustrerà agli investitori e agli analisti i dettagli e gli obiettivi della transazione.
Una nuova fase, tutta da costruire
La sfida che si apre ora è tutta nel confronto tra visione industriale globale e salvaguardia dei territori produttivi locali. In ballo non ci sono solo numeri e quote di mercato, ma la qualità del lavoro, le competenze tecniche e la coesione sociale di intere comunità.
Sindacati, istituzioni locali e lavoratori attendono ora risposte concrete, con l’auspicio che la nuova proprietà americana scelga non solo di mantenere ma di valorizzare il patrimonio umano e tecnologico costruito negli anni in Italia, e in Trentino in particolare.