È stato convocato per lunedì 19 e martedì 20 aprile il consiglio comunale di Arco: lo hanno deciso i capigruppo convocati in riunione, che hanno concesso alla maggioranza la possibilità di svolgere l’assemblea ancora una volta in videoconferenza, purché si tratti dell’ultima esperienza di questo tipo. I numeri della pandemia stanno migliorando nettamente e il fatto che si stia andando verso l’estate potrà permettere incontri a finestre aperte, dunque più sicuri. Una posizione condivisa anche dal sindaco Alessandro Betta, che non ha escluso di dotare l’aula consiliare di pannelli di plexiglass in modo da garantire una maggiore sicurezza a ciascun rappresentante. La capigruppo è stata anche l’occasione per un confronto sulla piega che ha preso la vicenda relativa alla variante 15: una procedura per certi versi anomala, come ha riconosciuto lo stesso presidente Flavio Tamburini, ma che potrebbe diventare prassi per agevolare e intensificare le occasioni di confronto fra maggioranza e minoranza, senza che con questo si vada a costituire un doppione del consiglio comunale. Invitata all’incontro, la legale del Comune, Barbara Zampiero, ha ripercorso i capisaldi dell’iter amministrativo del provvedimento dalla sua adozione fino alla sospensione degli ultimi giorni, soffermandosi in particolare su quest’ultimo aspetto: dopo l’autosospensione di 40 giorni decretata dalla Provincia all’inizio di gennaio, il 10 febbraio è giunta una nota con la richiesta di adeguamento alle più recenti norme provinciali, da completare entro 90 giorni. Una richiesta irrituale, ha spiegato la legale, visto che la norma urbanistica prevede che in questa fase sia la Provincia ad intervenire in tal senso: avrebbe dovuto approvare o al limite non approvare la variante e non inviare oltre 100 pagine di richieste di modifica al Comune. Il sindaco Betta ha spiegato di aver contattato gli uffici provinciali e di avere ricevuto risposte rassicuranti, tuttavia il suo timore è che a Trento si tergiversi in attesa dell’esito del ricorso al Tar presentato da Giovanni Rullo, Lorenza Colò e Marco Piantoni contro la surroga del consigliere Maurizio Lo Turco che aveva permesso a suo tempo alla maggioranza di rimanere tale e di approvare il provvedimento. Una sorta di ripicca politica, secondo il primo cittadino, a causa della quale si sta bloccando un importante intervento urbanistico per la città.