Anche gli albergatori dell’Alto Garda e Ledro potrebbero unirsi alla battaglia legale che, da settimane, coinvolge il mondo del turismo europeo contro Booking.com. L’iniziativa, già avviata in 25 Paesi dell’Unione, prende le mosse dalla storica sentenza della Corte di Giustizia dell’UE del 19 settembre 2024, che ha stabilito come le cosiddette “clausole di parità tariffaria” imposte dalla piattaforma violassero le norme comunitarie sulla concorrenza.
Il meccanismo contestato è noto: gli albergatori erano vincolati a offrire su Booking il prezzo più basso disponibile sul mercato, impedendo di fatto offerte migliori su altri canali, compresi i propri siti web. Un vincolo che, oltre a ledere la libertà commerciale delle strutture, imponeva commissioni che potevano arrivare anche al 20%.
Nel cuore del Garda trentino, dove il turismo è una colonna portante dell’economia, l’iniziativa non è passata inosservata. Le associazioni di categoria ASAT e UNAT hanno già informato i propri associati, lasciando però libertà di adesione a ciascun imprenditore. «C’è un buon riscontro tra colleghi», ha confermato Petra Mayr, presidente ASAT, intervistata da l’Adige, «noi come associazione facciamo da tramite, ma l’adesione resta una scelta personale. Per anni gli albergatori non hanno potuto gestire liberamente i propri prezzi. Ora le regole sono cambiate, ma i danni del passato restano».
Un approccio più cauto arriva invece dal presidente di zona dell’UNAT, Enzo Bassetti, intervistato da l’Adige, che riconosce la portata della vicenda ma preferisce non aderire personalmente: «Abbiamo informato i nostri soci, ognuno deciderà per sé. Booking ha avvocati molto preparati. Parliamo di pratiche che si sono interrotte attorno al 2021, da allora la situazione si è normalizzata».
Nel frattempo, l’azione legale collettiva, coordinata da un team di avvocati europei, mira a ottenere un risarcimento per i danni economici subiti dalle strutture ricettive. Un passaggio significativo per un settore che, sul Garda, è molto più di un comparto economico: è il tessuto stesso di una comunità.
Turismo, accoglienza e giustizia si intrecciano oggi in un percorso delicato ma necessario. Perché tutelare chi lavora con passione e continuità sul territorio non è solo un gesto di equità, ma un investimento sul futuro dell’Alto Garda e Ledro.