La Guardia di Finanza di Trento ha portato alla luce una complessa frode fiscale nel settore della ristorazione, con ramificazioni in diverse regioni italiane e un giro complessivo di oltre 1,2 milioni di euro. Al centro dell’indagine un ristorante di cucina orientale dell’Alto Garda che sulla carta impiegava un solo dipendente ma operava tutti i giorni, dalla mattina alla sera, con la formula “all you can eat”.

L’anomalia ha fatto scattare gli accertamenti delle Fiamme Gialle della Tenenza di Riva del Garda. Le verifiche hanno presto rivelato che, in realtà, il locale si avvaleva di ben 39 lavoratori, tutti formalmente assunti da quattro società con sede tra Lazio, Toscana, Sicilia e Molise. Società che, attraverso contratti di appalto e distacco fittizi, fornivano personale al ristorante emettendo fatture per servizi mai prestati.
I dipendenti, quasi tutti stranieri, erano convinti di essere stati assunti direttamente dal ristorante, al punto da non conoscere neppure l’identità del loro effettivo datore di lavoro. Le indagini hanno ricostruito un quadro di totale gestione del personale da parte dei responsabili dell’attività rivana, che stabilivano orari, turni, stipendi e mansioni.
Questo artificio permetteva al ristorante di abbattere i costi e di detrarre indebitamente l’IVA sulle fatture emesse dalle società compiacenti. L’ammontare dell’imposta recuperata è pari a oltre 206 mila euro.
Sei persone sono state denunciate per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e per somministrazione fraudolenta di manodopera. Cinque società sono state inoltre segnalate per responsabilità amministrativa da reato. Contestati anche omessi versamenti di contributi previdenziali per più di 300 mila euro e sanzioni amministrative in ambito lavorativo per circa 260 mila euro.
L’operazione rientra nell’impegno della Guardia di Finanza trentina nel contrasto ai fenomeni fraudolenti che danneggiano Erario, concorrenza leale e diritti dei lavoratori.