All’ospedale Santa Chiara di Trento è stato eseguito un intervento molto raro e delicato, effettuato solo in pochi centri in Europa. Un uomo di 40 anni, colpito da un arresto cardiaco, è stato salvato grazie a una tecnica mai usata prima a Trento in questo tipo di caso: un’ablazione epicardica ventricolare eseguita con tecnica videotoracoscopica, cioè accedendo alla superficie del cuore attraverso piccole incisioni e una videocamera.

Il paziente, affetto da una grave forma di aritmia da oltre vent’anni e già portatore di defibrillatore cardiaco, era stato colpito da una serie di aritmie molto forti, una vera e propria “tempesta elettrica”, che il dispositivo non è riuscito a fermare. Solo il rapido intervento del 112 e l’induzione del coma farmacologico in ospedale hanno evitato il peggio.

Dopo alcuni giorni l’uomo si è risvegliato senza danni neurologici ed è stato trasferito in Cardiologia. Nonostante le cure, i medici non hanno trovato cause nuove o modificabili per spiegare l’arresto. Così, è stato deciso di tentare una procedura mai effettuata prima in questo contesto.
L’intervento è stato eseguito lo scorso 5 maggio da un team multidisciplinare composto da specialisti in cardiochirurgia, cardiologia e anestesia. A guidarli anche il professor Mark La Meir, esperto internazionale dell’Università di Bruxelles. La sala di elettrofisiologia dell’ospedale è stata allestita come una “sala ibrida” appositamente per l’intervento.

La procedura, già utilizzata a Trento dal 2019 per altri tipi di aritmie (come la fibrillazione atriale), è stata impiegata per la prima volta contro un’aritmia ventricolare così grave. Il paziente è stato dimesso in buone condizioni dopo un periodo di osservazione.

Questo intervento rappresenta un traguardo importante per l’Heart Team del Santa Chiara – un gruppo multidisciplinare attivo da anni – e dimostra come la collaborazione tra reparti e competenze diverse possa fare davvero la differenza in casi complessi come questo.