Lino Gobbi, l’Alpino, la penna nera di Arco reduce della Seconda Guerra Mondiale, scrittore delle sue memorie tragiche è mancato la mattina di giovedì 7 gennaio agli affetti dei suoi cari, di tutti coloro che gli hanno voluto bene e della città intera. Avrebbe compiuto cento anni tra un mese, il nove febbraio, ma purtroppo la sua pur forte fibra non gliel’ha concesso e così si è addormentato per sempre con i suoi ricordi. Reduce di guerra, classe 1921, dopo la disfatta dell’Armir in Russia fu catturato e deportato in Germania dopo l’otto settembre del 1943, la tragica data per l’esercito italiano che dalla sera alla mattina si trovò i tedeschi nemici. Lino Gobbi fu liberato nel 1945 per fare ritorno nella sua Arco, dove Lino riprese la vita di sempre ma in anni in cui c’era da ricostruire un Paese. Paese per il quale la penna nera si è sempre spesa, vedi l’impegno con la Cooperativa Contadini di Arco durato 14 anni, periodo durante il quale ne fu presidente. Poi la carica di consigliere alla Cassa Rurale di Arco per ben 23 anni, ma anche capogruppo della sezione degli Alpini per un quinquennio. Festeggiati un anno fa i 99 presso la residenza Sacro Cuore dove si trovava alla presenza delle autorità locali, politiche, militari e religiose, il capogruppo degli Alpini Carlo Zanoni, il maresciallo capo dei carabinieri Mirko Sollecito, dal Coro Castel e da una nutrita rappresentanza dei membri del Coro in congedo della Brigata Alpina Tridentina, Lino Gobbi aveva trascorso il suo compleanno circondato dagli affetti più cari che oggi lo piangono con lo stesso affetto di un anno fa. Un alpino che “è andato avanti” come dicono le penne nere e che potrà ricongiungersi idealmente con i suoi commilitoni che dalla Russia, purtroppo, non avevano fatto ritorno. In occasione del suo 95° compleanno la città di Arco lo aveva insignito dell’onorificenza al merito del gonfalone d’argento, onorificenza che il ventenne Lino Gobbi si è conquistata partendo per la campagna di Russia nel 1941 e poi sul fronte jugoslavo prima della cattura e successiva prigionia trascorsa in un campo di concentramento in Germania tra mille difficoltà. L’onorificenza assegnata a Lino Gobbi è stata per aver testimoniato, sempre, i valori di solidarietà e pace”, valori che nessuno meglio di lui dopo aver vissuto gli orrori della guerra poteva esprimere.
(Nel video, realizzato in occasione della Giornata della Memoria”, c’è l’intervista a Lino Gobbi in occasione di una delle sue ultime apparizioni pubbliche)