È stata inaugurata venerdì 28 novembre al Museo Alto Garda Ultimate Landscapes. L’illusione del ghiaccio, la grande mostra dedicata al progetto che il fotografo romano Claudio Orlandi porta avanti dal 2008. Un percorso visivo di forte intensità che racconta le trasformazioni dei ghiacciai alpini, tra le testimonianze più urgenti della crisi climatica. L’esposizione sarà visitabile dal 29 novembre al 6 gennaio 2026 e, dopo una pausa stagionale, dal 21 marzo al 14 giugno 2026.
Al centro della mostra c’è il tema della rapida regressione delle masse glaciali: negli ultimi cento anni le Alpi hanno perso circa il 50% della loro estensione, e le proiezioni attuali indicano che quasi la metà dei ghiacciai italiani potrebbe scomparire entro il 2050 senza una drastica riduzione delle emissioni. In alcune aree montane si ricorre all’uso di teli in fibre sintetiche per rallentarne la fusione, una pratica sempre più diffusa nei contesti sciistici e turistici. La reale efficacia di questi interventi, però, rimane oggetto di dibattito, insieme ai possibili impatti ambientali e al rischio di una conservazione più simbolica che sostanziale.
Orlandi affronta questo scenario attraverso immagini potenti, scattate in anni di spedizioni in territori estremi. Le sue fotografie mostrano teli, pieghe, cuciture e superfici lacerate che si sovrappongono al ghiaccio in ritirata, trasformandosi in metafore visive di un gesto umano che è insieme cura, tentativo di protezione e segno di fragilità collettiva. Il paesaggio diventa così documento e memoria, un monito che invita a riconsiderare il rapporto fra uomo e ambiente.
Classe 1975, Orlandi è oggi una delle voci più autorevoli della fotografia ambientale italiana. Da oltre quindici anni attraversa deserti, catene montuose e regioni polari, e per la prima volta approda in un museo con un progetto che unisce rigore documentario e forte sensibilità poetica.
Durante l’inaugurazione l’assessora alla cultura Stefania Pellegrini ha sottolineato la dimensione “green” dell’iniziativa, inserita nell’Anno Internazionale della Preservazione dei Ghiacciai. Ha definito la mostra «un viaggio malinconico attraverso la bellezza», capace di restituire la memoria di un paesaggio in rapido cambiamento e di sollevare interrogativi sul futuro della tutela ambientale. Pellegrini ha richiamato la necessità di superare una visione puramente antropocentrica della natura, aprendo a una nuova concezione degli elementi naturali come soggetti portatori di diritti.
Presente anche la nuova presidente del MAG, Alessandra Cattoi, che ha evidenziato il ruolo dei musei come luoghi di dialogo e interpretazione del presente, chiamati oggi a confrontarsi direttamente con le sfide ambientali. Il Museo Alto Garda, ha ricordato, vuole essere un laboratorio di pensiero capace di offrire al pubblico conoscenza, emozione e partecipazione.
Il direttore del MAG e curatore della mostra, Matteo Rapanà, ha evidenziato come Ultimate Landscapes si inserisca nel dibattito internazionale sulla scomparsa dei ghiacciai. Le immagini di Orlandi – ha spiegato – non si limitano a documentare il ritiro del ghiaccio, ma interrogano il senso stesso dell’intervento umano attraverso l’estetica dei teli di copertura, sospesi tra protezione e illusione.
A completare l’esperienza espositiva c’è Unveil, installazione sonora del musicista Alessio Mosti, costruita a partire dal suono reale del ghiaccio, elaborato fino a diventare materiale armonico e ritmico.
La mostra rappresenta il cuore della programmazione natalizia del Museo Alto Garda, che proporrà visite guidate, attività divulgative, laboratori per famiglie e una caccia al tesoro realizzata con la Pro Loco di Riva del Garda, in collaborazione con la Casa di Babbo Natale.
