“Forza del Popolo” è un laboratorio democratico, a livello nazionale, che persegue il miglioramento delle condizioni umane, sociali ed economiche. A Riva del Garda, per la prima volta, ha deciso di scendere in campo in occasione delle prossime elezioni comunali di maggio con un proprio candidato sindaco. Oggi, sabato 15 marzo, davanti alla chiesa dell’Inviolata, la Busa ha incontrato Luca Barbieri, medico, imprenditore nell’ambito della sicurezza alimentare, che ha deciso di mettersi in gioco per portare una ventata di cambiamento all’interno del panorama politico altogardesano. E di Riva del Garda, in particolare. Barbieri, 63 anni, originario di Carpi (Modena), residente a Riva del Garda dal 2001, spiega in questa video-intervista i capisaldi di “Forza del Popolo”, declinati nell’ambito comunale.
“Forza del Popolo fonda le proprie radici sul socialismo cristiano e sul liberismo – spiega a La Busa – socialismo inteso come cura delle persone da parte dello Stato e cristiano per tradizione popolare, sebbene lo Stato debba essere obbligatoriamente laico”.
“Non ci identifichiamo né con la Destra né con la Sinistra – spiega ancora Barbieri – altro non sono che lo stesso lato della stessa medaglia e non abbiamo alcun legame con una maggioranza o l’opposizione”.
“La politica – ribadisce – non deve essere una professione, ma deve essere esercitata con professionalità. Gli ideali non sono né di Destra, né di Sinistra, in quanto sono comuni alle necessità della gente. Crediamo, come sosteneva Socrate, nella Demos-Kratos, ovvero la democrazia esercitata nell’ambito della Costituzione. Crediamo nello Spirito di Servizio per cercare di migliorare le cose che non funzionano. Spirito di servizio è la motivazione che ci porta ad agire contro i nostri interessi personali per un beneficio di tutti quanti”.
Inoltre, illustra ancora il candidato sindaco Luca Barbieri, “crediamo nel principio di territorialità, ovvero credere e avere fiducia nel territorio in cui si vive – spiega ancora – la disaffezione della gente alla politica che si vede ad ogni elezione, con percentuali sempre più basse di votanti, può essere corretta, ritornando sui territori e parlando con la gente. Esiste purtroppo – sottolinea e conclude – troppa distanza tra la politica e la gente, la quale ha perso o sta perdendo la propria identità territoriale”.