Si profila all’orizzonte una delicata questione amministrativa per il Comune di Arco: la gestione degli animali accolti nel rifugio di via Santa Caterina, curato con passione dai volontari dell’associazione ADA, dovrà affrontare un cambio di rotta. Da quest’anno, infatti, non sarà più possibile contare sul supporto formale del Comune di Rovereto, che ha deciso di interrompere ogni collaborazione con i territori al di fuori della Vallagarina.
Una scelta netta, quella della sindaca di Rovereto Giulia Robol, motivata da ragioni burocratiche e da un crescente problema di sovraffollamento al canile cittadino. Una scelta che, però, ha lasciato scoperta una necessità concreta: quella di avere un punto di riferimento riconosciuto e normativamente solido per la gestione degli animali d’affezione, in particolare i cani randagi.
Un rifugio, non un canile
La struttura di via Santa Caterina ad Arco, gestita da anni da volontari instancabili, non è un canile a tutti gli effetti: si tratta di un rifugio temporaneo, un luogo di accoglienza provvisoria per cani in difficoltà. E se nella maggior parte dei casi i problemi vengono affrontati con competenza e sensibilità grazie all’impegno quotidiano dei volontari, in presenza di situazioni più gravi o complesse serve una rete di supporto più strutturata, come quella garantita in passato dal canile di Rovereto.
L’eredità di una convenzione mancata
La convenzione tra Arco e Rovereto era stata rinnovata per anni, finché, con l’arrivo della nuova amministrazione lagarina, non si è più riusciti a trovare un’intesa. Nemmeno i tentativi dell’ex sindaco di Arco, Alessandro Betta, sono riusciti a smuovere le acque, nonostante i ripetuti tentativi di dialogo. Oggi, dunque, la nuova giunta guidata da Arianna Fiorio si trova a dover affrontare una questione tutt’altro che secondaria.
Perché, se è vero che Arco può contare su una risorsa preziosa come ADA – realtà viva, generosa e profondamente radicata sul territorio – è altrettanto vero che il venir meno di un partner istituzionale forte complica la gestione di situazioni urgenti o fuori dall’ordinario.
ADA continua a esserci
La buona notizia è che ADA non si ferma. L’associazione continuerà a svolgere tutte le sue attività: il servizio di accalappiamento e custodia dei cani randagi, la sterilizzazione delle colonie feline, il monitoraggio dei colombi cittadini, l’assistenza alle adozioni e molto altro. Un lavoro quotidiano spesso silenzioso, ma fondamentale per l’equilibrio tra la città e il suo patrimonio animale.
Una priorità per la nuova amministrazione
Adesso, però, tocca alla nuova amministrazione comunale cercare una via alternativa per regolarizzare la situazione. Serve una strategia che garantisca continuità, sicurezza e rispetto delle norme. Non si tratta solo di burocrazia: è una questione di tutela del benessere animale, ma anche di responsabilità verso la comunità.
Perché una città attenta agli animali è una città più giusta per tutti. E Arco, che in questo ambito ha sempre mostrato sensibilità e iniziativa, ha oggi l’occasione di confermarsi all’altezza del proprio impegno.