“Ci risiamo!”. È con queste parole, secche e amare, che il consigliere comunale ed ex deputato Mauro Ottobre ha aperto il suo ultimo post su Facebook, dando notizia dell’ennesimo episodio di furto — o tentato tale — avvenuto nella serata di ieri in via Frumento, ad Arco.
Secondo quanto segnalato da alcuni residenti, si tratterebbe dei cosiddetti “ladri acrobati”, capaci di arrampicarsi fino ai balconi delle abitazioni anche ai piani superiori, sfruttando ringhiere e grondaie. Un fenomeno che, purtroppo, non rappresenta più un caso isolato: negli ultimi mesi, furti e intrusioni si moltiplicano non solo nel territorio arcense, ma in tutto l’Alto Garda e Ledro, alimentando un diffuso senso di preoccupazione e insicurezza.

Ottobre, da tempo attento ai temi della sicurezza e del presidio del territorio, rilancia così una proposta concreta: il ritorno dei vigili di quartiere, una figura di prossimità che – come scrive nel suo post – “grazie alla conoscenza del territorio e delle persone, può riconoscere situazioni anomale e prevenire i crimini”.
L’ex parlamentare ha inoltre annunciato l’intenzione di presentare un quesito referendario per chiedere il ripristino del comando dei vigili, ricordando che il costo annuale del servizio – che impiega 15 agenti per l’intero comprensorio dell’Alto Garda e Ledro – si aggira intorno al milione di euro.
Una proposta che riapre un tema sentito: quello della presenza capillare e costante delle forze dell’ordine nei quartieri e nelle frazioni. Un presidio visibile, capace non solo di intervenire, ma di prevenire.
Intanto, tra la popolazione cresce la richiesta di maggiori controlli, di illuminazione più efficace nelle vie meno frequentate e, soprattutto, di un ritorno a quella “sicurezza di comunità” che passa anche dal conoscersi e dal fare rete tra vicini.
In attesa di vedere come si svilupperà l’iniziativa di Ottobre, resta il fatto che Arco continua a fare i conti con un’ondata di furti che mette in allarme famiglie e cittadini. E il dibattito sulla sicurezza, mai sopito, torna oggi più che mai al centro della vita pubblica.
(n.f.)