C’è una pista, ad Arco, che negli anni ha visto correre sogni, fatiche e rinascite. È quella del Pomerio, dove un anno fa Alex Schwazer decise di tornare a sentire il battito del cronometro e l’eco dei suoi passi. Oggi, a 40 anni, il campione olimpico della 50 km di Pechino 2008 è tornato a stupire: sui 10.000 metri di marcia, ai Campionati regionali individuali open del Trentino-Alto Adige a Bolzano, ha stabilito il nuovo record europeo master con uno straordinario 38’34”07.
Un tempo che vale molto più di una cifra impressa sul tabellone: è la quarta prestazione italiana all-time, ed è il suo nuovo primato personale, migliore di quello stabilito nel lontano 2011 a Pergine Valsugana. Dopo 14 anni, Schwazer ha riscritto la sua storia, dimostrando che la tenacia e la passione possono ancora farsi spazio laddove sembrava esserci solo polvere e rimpianto.
La voce di Renato Dionisi
A salutare l’impresa di Schwazer, non poteva mancare la voce di chi ad Arco rappresenta un simbolo sportivo e umano: Renato Dionisi, il campione d’asta che negli anni ’70 fece sognare l’Italia con i suoi voli oltre i cinque metri. Dionisi, che oggi continua a vivere la pista come allenatore e guida per i giovani dell’Atletica Alto Garda e Ledro, ha scelto parole intense per raccontare l’emozione vissuta vedendo Alex tornare protagonista.
“Alcuni giorni fa – scrive Dionisi – sulla nostra pista i passi vigorosi di Alex Schwazer hanno abbandonato le polverose ombre del passato per seguire la via del coraggio. Una via che ha riacceso la sua grande passione per la marcia e che testimonia come, dopo una caduta, il lato migliore dell’umanità possa ancora ardere nel profondo dell’anima, senza spegnersi”.
Un messaggio che va oltre la cronaca sportiva: lo sguardo di un campione verso un altro campione, un riconoscimento reciproco fatto di rispetto e di empatia. Perché solo chi ha conosciuto il sacrificio quotidiano può cogliere la luce che si accende negli occhi di un atleta quando trova di nuovo il senso della sua strada.
Una lezione di sport e di vita
Schwazer oggi è terzo nella graduatoria italiana stagionale dietro ai marciatori di punta Massimo Stano e Francesco Fortunato, e quarto all-time dietro Stano, Fortunato e Ivano Brugnetti. Ma i numeri, per quanto imponenti, non raccontano fino in fondo il significato di questa impresa.
Il ritorno di Schwazer è un racconto di resilienza, un viaggio che parte da Arco e si apre a un’intera comunità sportiva. Lo stesso Dionisi lo sottolinea: “Al termine del duro allenamento, il corpo portava i segni della fatica, ma gli occhi brillavano di una luce nuova: un bagliore di energia e speranza. Una speranza che la strada intrapresa lo conduca al castello della saggezza e della serenità, portando con sé un messaggio anche per tutti gli appassionati di sport: il coraggio di lottare”.
La pista del Pomerio, culla di rinascite
Il ritorno di Alex, iniziato proprio ad Arco, si intreccia con la storia di un luogo che non è solo campo di allenamento, ma anche simbolo di comunità e di accoglienza. La pista del Pomerio è diventata teatro di una nuova pagina sportiva, che unisce generazioni e discipline diverse sotto lo stesso cielo.
E così, tra i ricordi di un’asta che volava alto e i passi decisi di una marcia che guarda avanti, Arco diventa ancora una volta laboratorio di coraggio, testimone di come lo sport sappia farsi racconto di vita, di cadute e di rinascite.
Nicola Filippi