Una presa di posizione che getterà sicuramente altra “benzina” sul fuoco” della già difficile convivenza tra escursionisti e amanti delle due ruote grasse è quella dell’ispettore Ezio Berteotti della Forestale, il quale senza mezzi termini ha detto che è meglio vietare tutti i sentieri ai bikers autorizzando il passaggio solamente su quelli che possono affrontare i percorsi in completa sicurezza. Tante, troppe per qualcuno le lamentele di biker che non rispettano i divieti e che mettono a repentaglio la loro vita su sentieri impervi (il caso della morte di un biker bresciano a inizio giugno sul sentiero delle “Creste basse” che da Bocca Larici scende verso Pregasina ne è un esempio) andando a collidere con gli escursionisti che, invece, a piedi li percorrono. Dopo il Monte Brione ora tocca ai sentieri della Rocchetta e del Bosco Caproni, ma anche quelli di San Giovanni al Monte sono “oggetto” di lamentele. Insomma, chi va a piedi non vuole le biciclette e chi va in bici (magari) non vorrebbe i pedoni. Eppure, a nostro avviso, laddove i sentieri sono davvero pericolosi o d’interesse Floro-faunistico non è che un cartello faccia la differenza se uno lo vuole fare lo stesso, ma almeno è avvisato. In questo senso l’APT Garda Trentino ha fatto un buon lavoro che non è certamente concluso, ma servono tempo, mezzi e uomini. “Il sentiero come quello che in zona S. Giovanni porta da Baita Cargoni al Lomaso è uno di quelli problematici” dice Berteotti, e passare sulle forestali in mountain bike è concesso mentre sui sentieri SAT no. “La legge attuale – afferma sempre Berteotti – è ambigua in questo senso e andrebbe certamente rivista. Il carico antropico di biker è notevolmente aumentato (anche “grazie” alle e-bike, ndr), così come quello di escursionisti a piedi”. Il dibattito, dunque, è sempre più “aperto” e non mancherà di sollevare da entrambe le parti “accese” prese di posizione.