Il personaggio in questione ha solamente 34 anni, risiede in uno dei Comuni del Garda trentino (ma da qualche giorno è in carcere a Spini di Gardolo) ed è stato condannato a sei anni e quattro mesi di carcere per violenze ai danni della figlia tredicenne. Violenze sessuali va precisato, reato per il quale ogni commento è inutile. Condannato in virtù di tre diverse sentenze, perché oltre alla figlia si è poi scoperto che a subire le stesse violenze era pure stata in precedenza la cognata, all’epoca dei fatti adolescente. Il tutto è venuto a galla dal coraggio della figlia che ha raccontato alla mamma a cosa la costringeva il padre visto che, con la cognata, la denuncia era stata ritirata probabilmente per “pudore” di non esporre quanto accaduto alla mercé di tutti come invece ora è stato nuovamente “svelato”. Minacce con coltelli, non solo verbali nei confronti della figlia “confessandole” che anche la zia era stata al suo perverso “gioco”. Il Giudice per le udienze Preliminari Monica Izzo ha ascoltato l’imputato che ha detto come la cognata fosse “d’accordo” nell’avere rapporti sessuali con lui, una confessione volta ad ottenere sconti di pena. Respinta dall’avvocata della parte offesa, non accolta dal giudice che ha condannato pesantemente il soggetto in questione, prevedendo anche un risarcimento in denaro (40.000 euro) che però non cancellerà mai quanto accaduto.