Anni di crescita continua in fatto di presenze e ora, inevitabilmente, è arrivato lo stop. Sia chiaro che non è uno stop preoccupante, ma il segno negativo un qualcosa lo dice. Meno 2,3% sulle presenze complessive a fronte di un più 3,9% di crescita per il soggiorno di turisti italiani (un ritorno auspicato) e un più 68,6% di crescita per le presenze di stranieri a compensare sono sicuramente dati confortanti. Indicativi, però del fatto che ora si deve lavorare sulla qualità e non più sulla quantità come è stato per anni e come, da anni, si andava dicendo. Basta “mordi e fuggi” ma va aumentata l’offerta qualitativa dei singoli affinché le presenze aumentino e si stia sul Garda trentino più giorni e non solo un cortissimo week end. I dati forniti da Garda Trentino dicono che nel 2018 si sono registrate oltre tre milioni e mezzo di presenze (3.523.489) con un calo degli stranieri che, però, sono sempre l’ottanta % dei numeri totali. Aumentano le presenze dei turisti italiani come detto, in misura di circa 26.000 presenze in più rispetto al 2017. Vacanze brevi, corte con soggiorni massimo di due/tre notti anche se i posti letto nell’Alto Garda sono aumentati. Poco meno di mille, dunque capacità aumentata ma il segnale che (forse) siamo alla saturazione prevista da qualcuno del settore e che da anni “predica” più qualità che quantità. Presidente di Garda Trentino Marco Benedetti in testa, il quale afferma che tre milioni e mezzo di presenze sono un buon obiettivo, da mantenere certo, ma verso il quale aumentare, appunto, la qualità dell’offerta. Qualità da aumentare ma anche più controlli dice sempre Benedetti, con la Provincia che ora deve fare la sua parte disincentivando l’offerta di appartamenti turistici, mentre anche dal Comune dovrebbero arrivare segnali di maggiori e più severi controlli in materia. Il 2017? “Eccezionale – risponde Benedetti – ma siamo contenti anche così per il 2018 visto il ritorno degli ospiti italiani”.