Interpellato dall’amico Mauro Ottobre il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi si è espresso contro il paventato abbattimento dell’ex Quisisana. “Sarebbe come distruggere un’opera di Segantini, bruciare una sinfonia ritrovata di Mahler, insomma cancellare un’opera dal valore storico elevato”. In quell’ex sanatorio, invece, ci potrebbe stare la sua collezione privata. Indicato dal neopresidente Fugatti come possibile presidente del Mart di Rovereto, Sgarbi “tuona” contro l’ipotesi di abbattimento dello storico edificio arcense. Affidare ad un referendum pubblico l’ipotesi di abbattimento dell’edificio, come paventato dal primo cittadino Alessandro Betta (anche se ai più è apparsa una provocazione per “smuovere” le acque di un’intricata e ben nota vicenda) è idea da abbandonare. Quell’edificio è sotto la tutela dei Beni culturali della Soprintendenza trentina (dunque sotto decisione dell’Autonomia) che, dice Sgarbi, non autorizzerebbe l’abbattimento visto l’alto valore storico. Potrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo) diventare dunque la sede della Fondazione Sgarbi – Cavallini, la collezione privata del critico d’arte e politico che porta il nome dei suoi genitori e che contempla quadri del ‘500 e del ‘600. Per Ottobre, inoltre, “lì un teatro non serve – ha detto – lo faranno a Riva. Qui ad Arco meglio la Fondazione idea di Sgarbi e mia che avevo già proposto a suo tempo ma fu bocciata. Dopo le elezioni 2020, però, vedremo”.