È quello che ha detto il perito del Tribunale di Rovereto, chiamato a dare il proprio parere in merito ad una storia che vede protagonista un uomo rivano a cui una donna, sempre di Riva e il suo compagno, un toscano, avrebbero chiesto con la promessa di restituirli 30.000 euro. Denaro che, secondo la versione della donna serviva a pagare le spese di un intervento oculistico a cui lei si doveva sottoporre. E, in seguito, anche le spese funerarie della mamma del suo compagno, il tutto facendo leva sulla fede religiosa dell’uomo.
Il quale in perfetta buona fede, anche se non disponeva di tutta la somma si è adoperato per reperirla, ma firmando anche un assegno dell’importo pari ad 8.000 euro per arrivarci, anche se di fatto non li aveva. Vittima, dunque, della coppia che in seguito lo avrebbe minacciato d’incassare l’assegno sapendo che non aveva in banca la somma necessaria a coprirlo. Inoltre l’uomo sarebbe stato oggetto di “minacce” a sfondo religioso del tipo “Dio ti vede e sa che non ci stai aiutando”.
Dopo l’ennesima minaccia la decisione di rivolgersi ai Carabinieri e spiegare la situazione, fatti ai quali è seguita la denuncia verso la coppia per circonvenzione ed estorsione, fino al processo celebrato davanti al Giudice per le Udienze Preliminari (gup) Riccardo Dies. La donna ha risarcito una somma pari a 6.000 euro, il suo compagno invece no in quanto a casa per cervicalgia che gli ha impedito di essere presente al processo. Il Giudice ha ordinato una visita fiscale al fine di appurarlo, ma l’INPS non poteva ordinarla con così poco preavviso.
Tutto rinviato, dunque, al prossimo 5 aprile, quando con la visita fiscale sulle condizioni di salute dell’uomo e la nuova udienza davanti al Giudice, la vicenda potrà trovare definitiva soluzione.