Gran folla questa mattina all’ingresso del sentiero della Ponale, riaperto seppur per un breve periodo prima della chiusura prevista dopo Pasqua e la riapertura a fine aprile per la prossima stagione turistica. In prima fila tantissimi biker, pronti non appena Sergio Scarpiello del SOVA, il Servizio Opere Valorizzazione Ambientale della Provincia di Trento ha aperto i cancelli a scattare sui pedali e inerpicarsi lungo il tracciato percorso, dati alla mano, nel 2017 da oltre mezzo milione di persone.
Che avvenga in sella o a piedi il transito sulla Ponale, il sentiero alpino è un vero pezzo di storia del Garda trentino, strada realizzata grazie alla lungimiranza di un ledrense come Giacomo Cis, commerciante che capì che per togliere dall’isolamento la valle di Ledro l’unico sistema era realizzare un collegamento sui fianchi della montagna, la Rocchetta, scendendo lungo la valle del Ponale (opera che iniziò e terminò in meno di cinque anni) è il vero “gioiello” aggiunto al territorio che s’affaccia sul più grande lago italiano.
Presidente della provincia Ugo Rossi in testa, è stato Mauro Malfer, il presidente della Comunità di Valle a ringraziate tutti gli “attori” che sono intervenuti per mettere in sicurezza il sentiero, anche se i lavori non sono finiti ha tenuto a sottolineare nel suo discorso, oggi riaperto al transito pedonale e ciclabile. “Le critiche e le osservazioni facciamole alla fine – ha detto Malfer – oggi siate consci che abbiamo fatto le corse e che quello che vedrete non è il lavoro finito. C’è ancora molto da fare, abbiate pazienza perché l’inaugurazione avverrà solamente il 1° marzo del 2019”.
Poi Donato Riccadonna, presidente del Comitato Giacomo Cis ha ufficialmente passato le chiavi in mano al presidente del nuovo soggetto gestore della Ponale “Mondo Ponale” Marco Benedetti, già presidente dell’APT di riferimento locale Garda Trentino S.p.A., “celebrando” una sorta di matrimonio tra le parti con tanto di firma sul documento ufficiale che sancisce il tutto. A latere tanta gente anche a piedi, pronti a salire il tratto fino al Bar Belvedere che chiude idealmente il primo tratto, quello che s’affaccia sul lago. La gente andrà a piedi percorrendo il lato a est del sentiero, ossia quello che s’affaccia sul lago, mentre le mountain bike quello che confina con la roccia, più largo e ora spianato anche per permettere il passaggio dei mezzi che, come detto, dovranno percorrerla per terminare i lavori. In sintesi il territorio si è visto restituito il vero valore aggiunto del Garda trentino, una via, un sentiero che dopo 150 anni mantiene intatto il suo fascino ambientale unico.