La sua lotta è ben nota. Mauro Ottobre ha da sempre criticato l’operato dell’attuale assessore Zeni che, in accordo con la politica provinciale ha portato alla chiusura del punto nascite di Arco. A Cavalese è successo lo stesso però oggi, che siamo vicini alle elezioni provinciali, per Cavalese lo “spiraglio” di una riapertura è probabile. Ottobre puntualizza che alle prossime elezioni i cittadini si ricorderanno che si è sempre e solo parlato di riapertura di Cavalese e non di Arco, luogo dal quale per arrivare a Rovereto in caso di parto “bastano” 28 minuti (secondo la relazione presentata a Roma dall’Assessorato). Motivo più che valido secondo Rossi e Zeni per chiudere il reparto maternità arcense.
In merito si fa sentire anche il presidente dell’Ordine dei Medici Marco Ioppi, il quale in un’intervista afferma che decidere di chiudere o aprire un punto nascite non dev’essere “ostaggio” di meri numeri e in ragione di qualche voto in più. Il ginecologo arcense senza mezze misure ha dichiarato che la salute delle persone non deve mai essere una “scelta partitica”, dunque decidere di riaprire il punto nascite di Cavalese dovrà essere solamente una scelta basata su soluzioni che permettono assoluta sicurezza.
Insomma i politici non pensino a quanti voti potrebbero ricevere in più quando decidono della salute delle persone, ma decidano in base ad effettive analisi costi/benefici e preparazione, mai dimenticarlo, ed esperienza del personale preposto. Un’ostetrica se assiste ad un parto o due volte al mese non potrà mai fare abbastanza esperienza se in organico ce ne sono 10/12 e i parti non superano i trenta al mese. Sono in sostanza i “numeri” che fanno diventare esperte le persone, un ragionamento che fanno tutti.
L’esperienza si fa sul campo, e se serve – per Ioppi – si deve ragionare sulla mobilità dei professionisti, senza lasciarli da soli nelle periferie, e riaprire Cavalese nelle condizioni in cui era prima non ha senso per il medico, bensì vanno cercate e trovate soluzioni organizzative diverse. Tipo recarsi nei punti nascita del territorio uno o due giorni alla settimana da parte di chi esperto lo è già, perché riaprire punti nascita senza il personale in grado di affrontare le più diverse situazioni che un parto può presentare non è la soluzione. E mescolare voti con professionalità ed esperienza non va bene – afferma Ioppi- perché questo non è fare gli interessi dei cittadini.