Solamente tre giorni fa la “protesta” di un paio di genitori di alunni per chiedere una mensa scolastica, ed ecco che spunta una lettera della dirigenza dell’ITET Floriani con la quale la stessa rinuncia agli spazi in cui, eventualmente, si sarebbe potuto offrire posto per una trentina di studenti al massimo. Com’è noto negli spazi dove prima c’era la mensa comprensoriale, una volta dismessa perché non più “utile” sia per la Comunità di Valle sia per il Comune stesso, lì si pensa di creare un polo culturale e musicale che è ancora sulla carta. Poi la scuola che “condensa” sei giorni di lezioni in cinque e l’orario che, giocoforza arriva alle due di pomeriggio. Dunque, un qualcosa nello stomaco si deve pur mettere, ma i panini non sono sostitutivi di un buon pasto cinque giorni su sette, dunque. Alla protesta però fa eco una lettera della stessa dirigenza scolastica dell’Istituto nella quale si diceva al Comune che, di fatto si rinuncia a quegli spazi pur esigui (in cui magari con due turni si sarebbe potuto ovviare ai pochi metri quadri a fronte di una sessantina di studenti che ne avrebbero usufruito) in cui il Comune avrebbe potuto dar corpo a questa esigenza, ossia una mensa, seppur ristretta e anche non rispettosa degli standard previsti per legge, ma pur sempre dove consumare qualcosa di caldo invece di panini e affettati. E allora? Per ora avanti coi panini, ma è lecito ritenere che a fronte delle esigenze prima o dopo qualcosa si dovrà fare. Fermo restando che la competenza in materia non spetta in primis al Comune come ha detto il sindaco Mosaner. In merito è stata presentata dai consiglieri Zambotti e Grazioli della Lega un’interpellanza.