È stata l’organizzazione del Circolo Surf Torbole in occasione del Trofeo Michele Nogler disputato tra sabato e domenica 11 e 12 agosto, che l’ha testata. Si tratta di una boa che non ha bisogno di essere posizionata con spago e “corpo morto” (il classico mattone in laterizio di cui ormai il fondo del lago di Garda è pieno) bensì essendo dotata di due galleggianti, un motore autoalimentato a batteria e un telefono ricevitore di segnale GPS che staziona esattamente dove la si vuole mettere per segnalare il campo di regata non deve essere ancorata per stare ferma. Costa, però, e molto, perché il modello più caro si avvicina ai 7.000 dollari. La produce una ditta americana e il Circolo Surf Torbole l’ha appunto testata lo scorso week end con successo. “Potrebbe essere la soluzione perfetta per smettere di gettare a lago laterizi – dicono – e si potrebbe pensare di acquistarne un numero sufficiente per le regate e per tutti i Circoli velici in modo da prestarle in occasione delle regate che ciascuno organizza” la voce che arriva dagli addetti del Circolo Surf. La boa è “pilotabile” tramite un’apposita “App” da un normale telefonino che abbia connessione dati logicamente, tramite il quale si inviano al sistema ricevitore le coordinate in cui andare a posizionarsi. Vista “in azione” è davvero affidabile. Una proposta che arriverà presto sul tavolo delle richieste visto che potrebbe anche “giocare” bene come immagine sostenibile per il nostro lago in tutto il mondo della vela agonistica.