Articolo pubblicato il: 21/07/2019 alle 05:53
La Busa - I sette punti del Programma di sviluppo provinciale
Posted By Redazione
Categoria: Notizie

La Giunta provinciale ha approvato il PSP – Programma di sviluppo provinciale – principale documento programmatico della XVI legislatura. Le linee guida erano state approvate il 17 maggio scorso. In seguito si era aperta la raccolta delle osservazioni, come previsto dalla legge della programmazione. Alla Provincia erano pervenute, entro la scadenza dei termini, fissata per il 19 giugno, una cinquantina di osservazioni, da parte dei soggetti pubblici e privati del territorio.
Il documento individua gli obiettivi di medio e lungo periodo della Provincia autonoma e le strategie da attuare per il loro raggiungimento. Gli obiettivi sono organizzati in sette aree strategiche, che hanno l’ambizione di voler alimentare un confronto permanente tra tutti i protagonisti della vita collettiva: la politica, le istituzioni, le espressioni più rappresentative della cultura, della società, dell’economia, del territorio, della cittadinanza delle aree urbane e delle valli.
Le sette aree strategiche raccolgono gli obiettivi:
1. per un Trentino della conoscenza, della cultura, del senso di appartenenza e delle responsabilità ad ogni livello;
2. per un Trentino che fa leva sulla ricerca e l’innovazione, che sa creare ricchezza, lavoro e crescita diffusa;
3. per un Trentino in salute, dotato di servizi di qualità, in grado di assicurare benessere per tutti e per tutte le età;
4. per un Trentino dall’ambiente pregiato, attento alla biodiversità e vocato a preservare le risorse per le future generazioni;
5. per un Trentino sicuro, affidabile, capace di prevenire e di reagire alle avversità;
6. per un Trentino di qualità, funzionale, interconnesso al suo interno e con l’esterno;
7. per un Trentino Autonomo, con istituzioni pubbliche accessibili, qualificate e in grado di creare valore per i territori e con i territori.
Altra caratteristica dominante del nuovo PSP è quella della discontinuità rispetto al passato. Una discontinuità che richiede “un’Autonomia concepita come plurale e non come un monolite governato da Trento. È di conseguenza necessario far crescere un sistema di Autonomie a vari livelli – territoriale, istituzionale, socioculturale ed economico – dove ogni soggetto mantiene la sua identità, ma concorre a realizzare il bene di tutti, come in ogni organismo che funziona. Quindi il privato, in tutte le sue espressioni più qualificate, rappresenta un fattore coessenziale allo stesso “essere” dell’Autonomia e non un suo semplice corollario. Certo, distinto nei ruoli e nelle funzioni, ma alla pari in termini di responsabilità verso le comunità in cui viviamo e operiamo”.

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Data e ora di stampa: 10/05/2025 07:19
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