Riguardo al costruendo nuovo hotel in località Braile, l’Amministrazione comunale ritiene opportune alcune precisazioni in relazione a malintesi, di cui si legge in particolare sui social media.
Come spesso accade in materia urbanistica, quello che si propone alla vista (in questo caso alcuni interventi preliminari di pulizia e messa in sicurezza del terreno interessato) non è che l’esito di iniziative che vengono, temporalmente, da lontano. In questo caso si sta parlando del Piano regolatore generale del 2000 e, più nel dettaglio, di un Piano di recupero del 2008. Questo per dire che la novità di un hotel alle Braile non è nulla di estemporaneo, ma frutto di un percorso che si sta perfezionando da tempo, e che ha seguito un preciso iter urbanistico, in conseguenza del quale i titolari dell’iniziativa sono in possesso di tutti i titoli autorizzativi per procedere alla realizzazione del loro progetto. L’ultima “tappa” del percorso risale al novembre dello scorso anno e consiste nella domanda di concessione edilizia, necessaria per l’avvio dei lavori. Da parte dell’Amministrazione comunale non è possibile – come si caldeggia da qualche parte, impropriamente portando a esempio il caso dell’area ex Cattoi di Riva del Garda – non dare risposta alle richieste dei titolari, così da “far scadere” i termini di rilascio della concessione, cosa che esporrebbe il Comune di Arco a un contenzioso giudiziario che lo vedrebbe sicuramente perdente (il caso di Riva del Garda, lo si ripete, essendo radicalmente differente).
Detto questo, è opinione dell’Amministrazione comunale che la novità sia di interesse per tutta la città, visto che uno dei punti di carenza della proposta turistica sta proprio nell’offerta ricettiva alberghiera, sottodimensionata rispetto alla richiesta e priva di strutture di dimensioni medio-grandi. Una iniziativa, inoltre, che promette di riqualificare una zona che da tempo si presenta come un cantiere incompiuto.
(uff. stampa Comune di Arco – Foto Galas)