Sono arrivati gli esiti delle analisi svolte dalla sede di Trento dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie sulla esca avvelenata rinvenuta alla fine dello scorso mese di aprile in un cortile privato di via Primo Maggio. Esito che purtroppo è positivo: l’esca contiene un potente pesticida. Da qui la raccomandazione alla massima attenzione.
In quel caso il cane per fortuna ha vomitato l’esca e si è salvato, ma certo la vicenda si sarebbe potuta concludere con un esito ben più grave. Non si tratta del primo caso in quella zona della città (l’ultimo, nel novembre dell’anno scorso, fu il rinvenimento di un’esca, fortunatamente avvenuto prima che il cane la ingerisse, anche in quel caso -si verificò- contenente un pericoloso pesticida), e altri casi si verificano di tanto in tanto in altre zone, perlopiù in cortili e giardini privati.
Sia il cantiere comunale sia tutti gli addetti alla pulizia del territorio già da tempo si occupano del controllo circa la presenza di sospette esche avvelenate nelle aree pubbliche, ma per quelle private occorre la collaborazione di tutti. Da qui la raccomandazione a tutti i possessori di aree di questo tipo a prestare attenzione e, nel caso del rinvenimento di una sospetta esca avvelenata, a contattare la Polizia locale (0464 900200) oppure il cantiere comunale (0464 573895), o ancora un veterinario.
Con l’occasione si ricorda che provocare «per crudeltà o senza necessità» sia la morte, sia sofferenze a un animale è un reato, e che simili atti comportano gravi rischi anche per la salute e l’incolumità delle persone. Esiste anche una norma specifica, l’Ordinanza ministeriale del 13 giugno 2016 «Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati», prorogata con O.M. del 21 giugno 2017, la quale fa espresso divieto di «utilizzare in modo improprio, preparare, miscelare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze nocive o tossiche, compresi vetri, plastiche e metalli o materiale esplodente, che possono causare intossicazioni o lesioni o la morte del soggetto che li ingerisce».
(Uff. Stampa Comune di Riva del Garda)