È accaduto ancora, con dispendio di energie e tempo, che una donna in procinto di partorire debba “subire” ritardi e lungaggini che con la nascita nulla hanno a che fare. Come se ad un nascituro si potesse dire “aspetta che decolli l’elicottero da Mattarello, si posi sulla piattaforma del Santa Chiara, carichi l’equipe medica, la porti al campo sportivo di Riva da dove un mezzo dei Vigili del Fuoco la porta a casa dove stai per nascere”. Fate voi ma ormai, dopo l’episodio di poco tempo fa quando una donna diede alla luce il figlio in ambulanza (e meno male che era in ambulanza) i tagli alla sanità nel Garda trentino questo producono.
Tutto è bene quel che finisce bene, e il successivo trasferimento (logico poi che da Nago la puerpera abbia dovuto raggiungere il campo sportivo di Riva, il Benacense per intenderci, e di lì finalmente in volo il reparto di ostetricia e ginecologia a Trento) è andato a buon fine, per la neo mamma e per il nascituro. E meno male che il reparto di volo è abilitato al volo notturno (non smetteremo mai di ringraziarli), altrimenti…