Attualmente il protocollo per le comunicazioni telefoniche è 4G, ossia tecnologie e standard di comunicazione di quarta generazione che permettono applicazioni multimediali. Scattare fotografie, effettuare riprese video, telefonare certo, inviare e ricevere messaggi con file audio e video o immagini. La tecnologia 5G, però è alle porte: prestazioni e velocità superiori alle attuali e la nuova IOT (Internet on Things) con la quale il telefono ci permetterà (lo fa già per alcuni modelli su cui è previsto) di aprire la macchina, la porta di casa, accendere le luci e dialogare con i nostri strumenti quotidiani come il pc, il comando luci di casa, garage e via dicendo. Più “cose” più potenza dunque, e proprio per questo la recente interrogazione dei consiglieri Ravagni e Todeschi sull’antenna posizionata sul tetto della ex autostazione delle corriere di Arco era volta a chiedere se avrebbe ricevuto ammodernamenti per la trasmissione con protocollo 5g. “No” è stata la risposta dell’amministrazione comunale per bocca del primo cittadino Alessandro Betta e dell’assessore Stefano Miori, in virtù anche delle recenti prese di posizione sulle emissioni rilevate a cura di un privato nella zona, attigua ricordiamolo all’Istituto Gardascuola. Emissioni “nocive” e superiori alla norma si diceva, cosa poi smentita perché il monitoraggio in zona è continuo e lo è stato sin dal posizionamento della stessa nel periodo 2010-2015. Tuttavia, sarà avviata una nuova campagna di monitoraggio, che esclude comunque il potenziamento volto all’installazione della strumentazione necessaria alla trasmissione di quinta generazione sulla antenna in questione. La campagna di monitoraggio prenderà presto il via (primavera/estate 2019) e servirà a fornire i nuovi dati sulle emissioni, aggiornando nel contempo i dati già raccolti verificandone l’evoluzione in base all’utilizzo delle nuove tecnologie.