Uscire dai rigidi schemi di quanto concesso, a volte costa caro. Ne sanno qualcosa i titolari di dodici esercizi pubblici di Riva del Garda che si sono visti elevare una sanzione per aver “sconfinato” oltre le misure di plateatico concesso dal Comune. Gli agenti del Corpo di Polizia Locale Intercomunale hanno fatto il loro dovere, ma le chiamate all’assessore Massimo Accorsi sono state “di fuoco.” Questo perché oltre alla sanzione il Comune, poi, applica anche il “sovraprezzo” per il plateatico in eccesso moltiplicato per trenta giorni. Insomma, se la sedia o il tavolino non sono esattamente entro i limiti stabiliti non c’è nulla da fare, si deve pagare. O, in alternativa ma poi bisogna vedere se il Comune lo concede, aumentare i metri quadri di plateatico quando lo si chiede. Si va oltre i mille euro per ciascuno, una somma che certamente si preferirebbe tenere in cassa per pagare altri “orpelli” cui le categorie, ahimè sono gravate. Luce, acqua, gas, dipendenti, fornitori, tasse sui rifiuti, tasse sulla musica e via dicendo. Un’infinità che già da sola basterebbe a far passare la voglia di fare ristorazione o cappuccini. Però la Legge è Legge e così il Comune deve fare il suo mestiere, ossia dare ordine a ciò che magari nel passato accadeva, ossia una sorta di “Far West” di tavolini, panche, sedie che centimetro dopo centimetro si “guadagnavano” spazio per ospitare più clienti possibile a scapito, magari, del passaggio di pedoni o dei mezzi di soccorso quando capita. Insomma, da una parte gli esercenti chiedono più “tolleranza” e dall’altra l’assessore Accorsi che ha detto di voler capire meglio le dinamiche delle sanzioni al fine di evitare, qualora possibile, che si ripetano.