Sarebbero una quindicina gli esemplari di cinghiali che devastano i prati in località Vallestrè di Arco. La loro forza basta a ridurre i prati e i pascoli in desolate “trincee” che producono con le loro zanne, perennemente alla ricerca di cibo. Danni ingenti, quotidiani e che se non saranno fermati in poco tempo aumenteranno ancora. Noto è che i mammiferi di questa razza si riproducono velocemente, dunque è necessario intervenire in qualche modo. Chi si avventura in passeggiate nei boschi tra Massone e Drena ha visto bene di cosa sono capaci i cinghiali, che oltre a rivelarsi pericolosi anche per l’uomo non sono certo attenti a mantenere lo strato erboso bello alla vista. Scavano in continuazione alla ricerca di tuberi di cui sono ghiotti, dunque è proprio come se un battaglione di genieri stesse scavando delle trincee, ovviamente non profonde come se servissero all’uomo. Nel comune di Nago Torbole esiste un protocollo con i cacciatori i cui risultati si vedono, è probabile che anche per il comune di Arco si arrivi ad un’ordinanza del genere per cercare di arginare il fenomeno. Sempre che la provincia di Trento dia il benestare ad un piano d’abbattimento controllato. Un fenomeno sul quale vigila anche la squadra della Forestale comandata da Ezio Berteotti, il quale esprime seria preoccupazione sul proliferare dei cinghiali, fenomeno per il quale in quel di Nago Torbole i cacciatori stanno facendo un ottimo lavoro.