Grande festa, sabato 21 aprile a Campi di Riva del Garda, per il centesimo compleanno di Maria Malacarne, nota per aver gestito assieme al marito la storica trattoria Malacarne e Malga Grassi. Nel pomeriggio alla festa è intervenuta anche l’assessora Renza Bollettin, per i rituali auguri dell’Amministrazione comunale e, idealmente, di tutta la città.
Donna forte e laboriosa, Maria Malacarne fino all’età di novant’anni non era infrequente incontrarla in montagna, una delle sue passioni più grandi, ad affrontare escursioni impegnative, come ad esempio la Rocchetta, tra le sue preferite. Ma nel 2011, dopo tre mesi dalla morte del marito, Angelo Lorenzi, una malattia l’ha costretta a letto. Da allora è assistita dalla numerosa famiglia, nella casa in via Strada della Luna, in alto sopra la valle.
Maria è la settima di otto figli di Augusto Malacarne, storico gestore della trattoria Malacarne e di Capanna Grassi, e di Aurelia Rigo Righi. È nata nel Lomaso, a Bleggio Superiore, dove in quegli anni gli abitanti di Campi erano stati sfollati, causa le vicende della guerra. Dopo una parentesi a Genova, per fare esperienza lavorativa, Maria ha affiancato i genitori nella gestione delle due attività, oltre alla campagna e alle mille incombenze della vita di quell’epoca.
Nella foto di gruppo scattata al momento della visita dell’assessora Bollettin (che le ha portato un mazzo di fiori e un biglietto di auguri firmato dal sindaco Adalberto Mosaner) ci sono i quattro figli, Fausta, Wilma, Marta e Michele (quest’ultimo con Marina, la sua compagna), la nipote Ilaria col marito Giovanni e i figli Serena e il piccolo Giordano, e la cugina Teresa. Nella mattina aveva già ricevuto la visita del parroco don Franco Pavesi, e nel corso della giornata di tanti altri parenti (Maria ha otto nipoti e sette pronipoti), amici e compaesani.
I figli la ricordano come una donna romantica, dolce e disponibile, sempre al lavoro, e ne raccontano la dedizione a l’amorevolezza nel prendersi cura per anni dei suoi genitori, quando in vecchiaia hanno avuto bisogno di accudimento. Ma anche il dolore, dopo la malattia, per non essere stata più in grado di aiutare i familiari e gli amici.