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L’Ufficio beni archivistici provinciale a Roma per la conferenza ICA

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C’era anche l’Ufficio beni archivistici, librari e archivio provinciale della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia, la scorsa settimana a Roma, per la 9° Conferenza ICA (International Council on Archives) che ha affrontato il tema: “Archives: Bridging the Gap”, l’Archivio come strumento per colmare i divari. Due i poster presentati, su altrettanti temi di rilievo: “Federare e formare per affrontare il divario digitale: il progetto Protocollo Informatico Trentino – P.I.Tre.”, a cura di Carlo Bortoli e Annamaria Lazzeri, e “Il portale degli Archivi Storici del Trentino-AST: uno strumento per colmare il divario?”, a cura di Stefania Franzoi e Fiammetta Baldo.
Con il primo lavoro si è illustrato il progetto Protocollo informatico trentino – P.I.Tre., avviato nel 2003 e grazie al quale la provincia di Trento ha realizzato un sistema di gestione documentale utilizzabile da tutti gli enti del sistema pubblico trentino. Ad oggi sono 331 gli enti federati e circa 20.000 gli utenti secondo un modello federato che, fin dall’inizio, è stato accompagnato da un percorso di formazione continua finalizzato anche a colmare il divario provocato dalla transizione digitale dell’attività amministrativa.
Nella seconda presentazione sono stati analizzati i dati di uso del portale degli Archivi storici del Trentino – AST e, a partire dalle statistiche, attive dal 1° gennaio 2017, e dalle richieste inviate via mail, esposti dati interessanti riguardanti ad esempio le provenienze degli utenti, gli archivi più consultati e le segnalazioni di errori (informatici o di contenuto) pervenute da parte degli utenti.
La Conferenza ICA di Roma, tramite sessioni plenarie, workshop e poster, ha affrontato alcune sfide cruciali per la gestione degli archivi nella società contemporanea. Fra queste come colmare il divario digitale e affrontare tecnologie, metodi e ambienti nuovi e radicalmente differenti da quelli in uso in passato, ma anche come avvicinare cittadini e istituzioni, ridurre la distanza tra memoria personale e collettiva. In questo senso gli archivi, investiti anch’essi dalla transizione digitale, possono essere preziosi custodi della memoria collettiva e come tali ponte verso il futuro.