Articolo pubblicato il: 13/07/2025 alle 11:59
La Busa - Beltrami family: Torbole, bar Mecki e biciclette volanti
Posted By Redazione
Categoria: Amarcord, Notizie

La dinastia dei Beltrami ha tre punti di riferimento fondamentali: il fatto di essere di Torbole, il bar Mecki e la grande passione per il ciclismo. L’11 marzo di questo 2025 Rinaldo Beltrami ha annunciato agli amici, con un intervento sul web, che non sarebbe stato lui, il mattino successivo, a sollevare la saracinesca del Mecki, ma la loro collaboratrice Andrea, che da alcuni anni è presente nella gestione. Per Rinaldo la meritata pensione dopo ben 62 anni di assidua presenza al bar, che trovi superato il ponte di Torbole, direzione per Riva. Protagonista di questa epopea, con Riccardo, la moglie Mery, anche lei inserita a pieno titolo nella gestione per 58 anni. Mery, tra l’altro, è stata l’ideatrice dei famosissimi “Mecki Toast Farciti”, tuttora in auge.
Il bar Mecki è sempre stato il paradiso dei ciclisti, dai più famosi assi internazionali alle schiere di atleti e di appassionati italiani e di tutte le nazioni. Ottimo ciclista, con lusinghieri risultati, è stato Rinaldo, ma il nome dei Beltrami è risuonato in gare prestigiose grazie a suo figlio Ivan, che può vantare due partecipazioni olimpiche, a Seul nel 1998 e a Barcellona nel 1992. L’ultima sua gara fu la disputa della finale per il terzo e quarto posto proprio al velodromo olimpico di Barcellona, poi smise con le gare ed aprì il negozio, sempre Mecki, di articoli legati al suo sport.
“Mio nonno Aldo – ebbe a dire Ivan in una intervista che gli fece Michele Malfatti – era coraggioso e protagonista, mi portava a correre da ragazzino. Ci ha insegnato molto a noi Beltrami e resta presente in tutto quello che facciamo e siamo. Mio padre Rinaldo è stato il mio mentore. Ottimo velocista, è la persona che conosco con la più grande passione per la bicicletta: è bellissimo vederlo partire con la sua bici e sentirlo parlare degli aneddoti legati a questo mondo. È un grande lavoratore, una figura mite e solida per la nostra famiglia. Mio fratello Lucio, che assieme ai miei genitori ha gestito per più di un ventennio il bar, è stato un eccellente corridore nelle giovanili, ha vinto gare battendo quelli che poi sarebbero diventati dei campioni”.
Lucio è stato azzurro con il commissario tecnico Giosuè Zenoni al Giro Svizzera, che concluse al quarto posto e vincitore del Gran premio della montagna; ha vinto pure tappe alla 33^ Bresciana e Lunigiana. Va ricordato che Aldo, il nonno di Ivan, personaggio di straordinaria vitalità e affettuosamente noto a Torbole come “Bandinón”, fu, tra le molte cose, dinamico Assessore e promotore della realizzazione, senza aspettare i permessi per fare il più presto possibile, del lungolago di Torbole (cosa che a Riva fece in maniera analoga il sindaco Bruno Santi) fu inoltre l’ideatore del sentiero panoramico, con scale di ferro, Busatte-Tempesta. Da una sua intuizione, affiancato in ciò dal figlio Rinaldo, nacque il bar Mecki (il nome è quello di un animaletto porta fortuna tedesco). Dopo la distruzione nel 1960 del vecchio ponte, schiantato nel 1960 da uno zatterone che aveva rotto gli ormeggi, l’Aldo si prodigò, nella sua qualità di vigile urbano, a disciplinare il traffico sul ponte provvisorio fino alla costruzione del nuovo. È bello pensare che, proprio in quei molti giorni di permanenza in quel posto, abbia accarezzato l’idea ed abbia visto lontano. Abbia visto, proprio a ridosso del ponte, un posto eccezionale per costruirvi il bar Mecki, la casa più bella del ciclismo e dei ciclisti.
Concludiamo, parlando della dinastia dei Beltrami, con la prestigiosa scheda di Ivan, pistard e corridore su strada, che non passò mai al professionismo: due volte campione italiano juniores, a Lanciano fece segnare il record del mondo di inseguimento individuale di categoria sulla distanza dei 3000 m. Nei dilettanti fu quattro volte campione italiano di inseguimento nel biennio 1988-1989. Nel 1991 fu argento nell’inseguimento individuale ai Giochi del Mediterraneo ad Atene. Su strada vinse la corsa internazionale Vicenza-Bionde 1990. Rappresentò, come ricordato, l’Italia nell’inseguimento ai Giochi olimpici di Seul 1988 e di Barcellona 1992.
Vittorio Colombo

 

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